Dopo due anni di stop imposti dalla pandemia si è rinnovato a Teramo l’antico rito della Processione della Desolata all’alba del Venerdì Santo. Tanti i fedeli che vi hanno preso parte
La folla di pellegrini ha percorso le vie del centro cittadino al seguito della statua lignea della Madonna nel corteo religioso più sentito dai fedeli teramani, che si rinnova dal 1260. Nell’immaginario dei devoti essa rappresenta l’angoscioso peregrinare della madre di Cristo alla ricerca del figlio condannato a morte. Il corteo si avvia con la statua dell’Addolorata per il giro delle “sette chiese” che rappresentano i sette dolori della Madonna. Non c’è la banda, solo un gruppo di donne velate di nero che cantano canti della Passione tipicamente teramani. Il vescovo di Teramo e Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi , ha guidato i pellegrini e i parroci. Accompagnato dai componenti della Confraternita dei Cinturati, che organizza la processione mattutina, la statua lignea illuminata e riverita è partita dalla Cattedrale per poi entratare nelle chiese del Cuore Immacolato, San Domenico, Santo Spirito, Madonna del Carmine, Madonna delle Grazie, Sant’Antonio e Santissima Annunziata. Dopo 3 ore il rientro in Duomo.
Nei teramani la suggestione creata dal corteo dietro alla Vergine, in una città buia e silenziosa alla partenza della Processione e mano a mano illuminata dal sorgere del sole, è rimasta intatta negli anni. Questa processione, unica in tutto l’Abruzzo, è una delle prime rappresentazioni sacre nate in regione. La sua origine si deve alla Confraternita della Madonna della Cintola: nacque verso il 1260 ed ebbe inizialmente sede nella chiesa, oggi scomparsa, di San Giacomo, da cui poi, alla fine del secolo, si trasferirono nella vicina chiesa di Sant’Agostino, dove ancora oggi ha sede. E’ proprio durante questo spostamento, quindi verso il 1290, che nacque la Processione della Desolata. Questo particolare rito, semplice e commovente, rappresenta il disperato cammino della Madonna alla ricerca del figlio condannato a morte e per questo anche il dolore di tutte le madri che hanno perso il proprio figlio. In ognuna di queste chiese la Madonna entra per cercare suo Figlio Gesù e nelle prime sei chiese non lo trova ma quando la processione arriva all’ultima chiesa, la statua della Madonna entra e questa volta trova finalmente suo figlio Gesù morente. E’ certamente questo il momento più struggente di tutta la processione, quando si ricongiunge al Figlio. La Madonna sosta per parecchi minuti in questa chiesa e, dopo aver dato l’ultimo saluto al Figlio, esce e riprende il suo percorso, rientrando in Duomo.