Ieri 31 ottobre è scaduto il termine ultimo per la presentazione dei progetti relativi agli immobili gravemente danneggiati dal sisma. Una scadenza che di fatto ha permesso di definire, dal punto di vista numerico, il quadro della ricostruzione privata post-sisma riferita alle abitazioni principali i cui proprietari percepiscono il contributo di autonoma sistemazione (Cas)
Parliamo di sfollati che finora, nonostante siano beneficiari degli aiuti economici, non hanno avviato le procedure per il ripristino dei loro immobili. Le domande inoltrate sono state solo quattro, ma la chiusura della finestra per questo tipo di interventi consente all’Ufficio speciale per la ricostruzione (Usr) di mettere un punto sul numero delle pratiche per le prime case da ripristinare. Sono 5.017 i progetti presentati, cui vanno aggiunti quelli arrivati con il termine appena scaduto e i trenta rientrati sabato, ultimo giorno utile per tornare alla procedura legata al post-sisma rinunciando al Superbonus 110% scelto in precedenza. Va ricordato che a dicembre 2021, con un’ordinanza poi reiterata a maggio, era stato fissato l’obbligo per i beneficiari del Cas di avviare le pratiche per i rispettivi edifici da riparare. L’ufficio prevedeva una mole maggiore di domande in entrata ieri, ma evidentemente il rischio di perdere il contributo in caso di inadempienza ha indotto i proprietari a mettersi in regola in anticipo rispetto al termine indicato. Delle 5.017 pratiche presentate all’Usr, 3.570 sono state chiuse: si tratta in pratica del 71% del totale. Le domande accolte sono 2.385, per 487 milioni di contributi sbloccati, a fronte di 1.185 rigetti. In istruttoria restano 1.447 istanze, ma ci sono ancora da inserire i progetti per le seconde case con danni gravi che vanno presentati entro fine anno. Per questa categoria l’Ufficio speciale attende circa duemila domande, ma si tratta di un numero da confermare carte alla mano.