Sit-in davanti al tribunale di Teramo del Comitato “Azione Popolare” che si batte per la chiusura dei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso specie dopo il fatto registrato nel maggio del 2017, quando fu disposto il divieto di consumo di acqua proveniente dall’acquifero del Gran Sasso nel versante teramano
Situazione che si è riaccesa dopo il caso verificatosi lo scorso 8 giugno. Una vicenda su cui il comitato ha già presentato un esposto volto a fare chiarezza: per Elso Castelli si tratta di “una recidiva di quanto accaduto a seguito dei lavori del 3 e 4 maggio 2017”.
Questi sono i punti su cui il Comitato “Azione Popolare” ha ribadito la propria posizione:
1. l’episodio è una recidiva di quanto accaduto a seguito dei lavori del 3 e 4 maggio 2017 allorquando era stato utilizzato il benzene, poi rinvenuto nell’acquifero;
2. nonostante la consapevolezza della possibile dispersione del solvente nell’acquifero, siano stati realizzati i lavori con accettazione del relativo rischio e siano stati utilizzati solventi a base di idrocarburi aromatici anziché solventi a base acqua.
Il Comitato Azione Popolare “esprime la massima fiducia negli Organi Inquirenti e Giudicanti ed è certo che varrà fatta piena luce sui fatti accaduti e, nel caso di commissione di reati, nella punizione dei colpevoli ai sensi di legge: e ciò a tutela della salute di centinaia di migliaia di Abruzzesi.”