Un detenuto di origini nordafricane, già noto per la sua aggressività nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, dopo aver tentato, nella giornata di domenica, con la branda della propria camera di sfondare gli sbarramenti di accesso nel tentativo di animare una rivolta ha aggredito, il giorno successivo, alcuni agenti
Domenica, quindi, il tentativo di rivolta che non ha avuto seguito da parte degli altri detenuti: lunedì non contento di quanto fatto il giorno prima, dopo essersi rifiutato di fare rientro nella propria camera dopo una telefonata con il proprio avvocato ha aggredito alcuni agenti”. La segreteria provinciale del SAPPE costretta a ribadire lo stato emergenziale del sistema penitenziario abruzzese: “Purtroppo l’aumento esponenziale di questa tipologia di detenuti dall’elevatissima aggressività e pericolosità sociale, fa di nuovo riemergere la necessità più che impellente di riportare sul tavolo della discussione politica la questione inerente gli equipaggiamenti in dotazione al personale di Polizia Penitenziaria”.
“Nonostante le svariate promesse di coloro che oggi siedono come maggioranza al parlamento, nessun adeguamento alle altre FF.OO. è stato introdotto nè pare previsto. Nel frattempo gli agenti di Polizia Penitenziaria continuano a prestare il proprio servizio alla mercè di detenuti violenti senza programmi operativi d’intervento e senza il giusto equipaggiamento. Di contro il detenuto viene legittimato ad avere nelle proprie camere di pernotto la disponibilità di una serie di oggetti da cui può ricavare facilmente armi e grimaldelli: dalle semplici lamette da barba alle pentole, dalle caffettiere a utensili vari da cucina dal potenziale contundente che in talune circostanze potrebbero risultare anche letali. A tutto ciò va sommata quella che possiamo definire tragica situazione dell’organico degli agenti di Polizia (si conta 1 agente ogni 50 detenuti e nei turni serali e notturni 1 agente ogni 100).
Nonostante ciò il personale di Polizia Penitenziaria continua con enorme professionalità ed abnegazione a svolgere i propri compiti istituzionali nonostante l’opinione pubblica e le istituzioni assistano silenti ad un aumento vertiginoso di casi di aggressione avverso gli agenti di Polizia. Ma questi sono i fatti e questa è la realtà in cui noi lavoriamo.
Noi come SINAPPE diciamo basta a tutto questo. Basta continuare ad accettare questa assurda realtà. Basta mandare i nostri agenti alla merce’ dei detenuti. Basta! E’ ora di rivendicare la dignità del nostro ruolo istituzionale e della nostra divisa. E’ ora di reclamare a gran voce in ogni sede istituzionale l’utilizzo del TASER di certo uno dei pochi strumenti di deterrenza e di difesa personale davvero efficaci come dimostrato empiricamente dalle altre forze dell’ordine che lo utilizzano già da tempo”.