Non pochi anche in Abruzzo enti e Comuni che dicono no all’ipotesi di nuove trivellazioni
Con loro anche molti Comuni campani e lucani, tutti uniti per impugnare il nuovo piano ministeriale che rischia di sbloccare le pratiche di autorizzazione per nuovi impianti di estrazione di idrocarburi in mare. Questione tornata in auge, dopo diversi anni di strettissima attualità, soprattutto a causa della crisi energetica per la guerra tra Ucraina e Russia. Ad annunciare il ricorso al Tar del Lazio è il Coordinamento No Triv attraverso il costituzionalista, docente ed esperto in materia Enzo Di Salvatore, che ha lanciato un appello agli altri enti pubblici abruzzesi per unirsi alla battaglia.
“Con questo ricorso – sostiene il Coordinamento Nazionale No Triv – gli enti locali intendono anche affermare la propria contrarietà ad una visione politica che ha fatto il suo tempo e che rischia di compromettere l’integrità del proprio territorio. Il rafforzamento delle estrazioni non risolverà in alcun modo il problema dell’attuale crisi energetica. Al contrario: le attività resteranno autorizzate per altri 20-30 anni e questo non consentirà al nostro Paese di rispettare gli impegni assunti sul piano internazionale con gli accordi di Parigi e quelli stretti in sede Europea, giacché entro il 2030 l’Italia dovrà ridurre le emissioni in atmosfera del 55% rispetto ai livelli del 1990 ed entro il 2050 dovrà raggiungere la neutralità climatica. Obiettivi, questi, che sarà impossibile raggiungere se non si deciderà di affrontare seriamente il nodo della transizione ecologica ed energetica”.