La Corte Ue “dovrebbe respingere” l’impugnazione della Commissione contro la sentenza con cui il Tribunale ha bocciato la decisione dell’antitrust Ue sulla vicenda Tercas.
E’ quanto sostiene in sintesi l’avvocato generale della Corte, Tanchev, nelle sue conclusioni. “Il Tribunale – si legge in una nota – ha correttamente ritenuto che tali misure non costituivano aiuti di Stato, poiché non comportavano l’uso di risorse statali e non erano imputabili allo Stato”. Le conclusioni sono state rese note in vista della sentenza che sarà emessa tra qualche tempo.
In particolare, secondo l’avvocato generale Evgeni Tanchev, la Corte dovrebbe respingere l’argomento avanzato della Commissione nel suo ricorso, ovvero che il Tribunale avrebbe imposto un livello di prova più elevato per dimostrare l’imputabilità allo Stato di una misura di aiuto quando tale misura è adottata da un ente privato anziché da un’impresa pubblica. Inoltre, l’avvocato generale non ritiene valida anche l’altra tesi sostenuta dalla Commissione secondo cui il Tribunale, con la sua decisione, avrebbe snaturato il Testo unico bancario italiano e lo statuto del Fondi interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Sebbene non pregiudichi il giudizio finale della Corte, la valutazione espressa nelle conclusioni il più delle volte viene sostanzialmente recepita nella sentenza. La decisione del Tribunale europeo del 19 marzo dello scorso anno è stata di grande importanza per la valutazione della congruità delle procedure seguite dalle autorità italiane per il salvataggio di diverse banche in difficoltà. Una vicenda iniziata nel 2014, quando il Fitd aiutò, con i fondi delle banche private italiane, la Popolare di Bari a salvare Tercas. La successiva decisione dell’antitrust Ue di bocciare l’operazione in base alle norme che vietano il ricorso agli aiuti di Stato blocco’ analoghe operazioni su Cariferrare, Banche Marche e Banca Etruria, con inevitabili conseguenze anche sui risparmiatori.