Terremoti: le anomalie magnetiche nello studio dell’Ingv

L’Ingv ha concluso da poco uno studio mirato ad esplorare l’uso di dati satellitari per identificare dati magnetici potenzialmente associati alla fase preparatoria di alcuni terremoti.

Usando delle misurazioni raccolte dai satelliti Swarm, sviluppati per monitorare il campo magnetico terrestre, gli scienziati hanno esaminato le possibili anomalie magnetiche che precedono alcuni grandi eventi sismici.

Lo studio condotto ha analizzato più di mille terremoti avvenuti tra il 2014 e il 2023 nella fascia alpino – Himalayana. Ad occuparsi dello studio il ricercatore dell’istituto Angelo De Santis che ha spiegato che è stato sviluppato e applicato un algoritmo automatico per registrare i dati magnetici registrati sino a dieci giorni prima del terremoto. I risultati sono stati molto significativi perché hanno evidenziato delle anomalie specifiche nei segnali magnetici che dunque lasciano supporre che ci sia una correlazione tra queste anomalie e la magnitudo del terremoto che si sviluppa. Più è elevata la magnitudo e più è lunga la durata dell’anomalia magnetica rilevata dal satellite.

Come si sa la previsione del terremoto è impossibile, ma la ricerca sui precursori rimane un ambito molto studiato.