“A cinque anni dal sisma oggi finalmente abbiamo, grazie alle battaglie portate avanti dai sindaci e allo straordinario lavoro del commissario straordinario Giovanni Legnini, un assetto istituzionale che prima non esisteva. Adesso, quello che dobbiamo fare, è costruire il futuro senza disperdere l’importante patrimonio che abbiamo costruito”.
Così il presidente Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto, che questa mattina ha partecipato a Camerino all’evento nazionale “Il sisma 2016 del Centro Italia, cinque anni dopo”, organizzato dalle Anci regionali di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria con la struttura nazionale, per stilare un bilancio a cinque anni dal sisma nel Centro Italia.
“Oggi più che mai c’è l’esigenza di mettere i sindaci al centro dell’assetto istituzionale della ricostruzione – ha detto D’Alberto – è stato infatti proprio grazie ai sindaci che il sistema ha tenuto e che è stata costruita una filiera istituzionale. Nelle numerose audizioni in parlamento nel corso degli anni abbiamo dovuto subire tante umiliazioni istituzionali, non c’era la consapevolezza di quello che il sisma aveva prodotto sui territori. Per anni siamo stati costretti a portare avanti la ricostruzione con norme ordinarie, ed è stato solo grazie alle nostre battaglie, coordinati dall’Anci, che noi sindaci siamo riusciti a tenere uniti i territori”.
D’Alberto ha ricordato tre momenti decisivi: la protesta dei sindaci a Roma il 15 gennaio 2020, la battaglia portata avanti a luglio 2020 per ottenere che gli emendamenti sisma tolti dal decreto rilancio fossero ripresi nei provvedimenti successivi, l’incontro a Palazzo Chigi con l’ex presidente Conte a ottobre 2020.
“Il 2020 ha rappresentato l’anno del cantiere normativo – ha aggiunto – oggi la situazione è completamente cambiata, la ricostruzione è partita e dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Grazie al commissario straordinario Giovanni Legnini è stato riconnesso il tessuto dei sindaci con le Regioni e il Governo, adesso quello di cui abbiamo bisogno è la stabilità”.
Per D’Alberto, dunque, serve prorogare per un periodo abbastanza lungo, almeno triennale, sia la struttura commissariale che le misure per il cratere, tra le quali ad esempio il super sisma
bonus, così come dare stabilità strutturale al rapporto tra struttura commissariale e Protezione civile.
“Tanto per fare un esempio, per quanto riguarda il Cas – ha evidenziato – protezione civile e ricostruzione non possono viaggiare su binari differenti”. D’Alberto ha poi concluso sottolineando come sia fondamentale anche guardare alle quattro regioni del cratere come a una macro-regione. Una macro-regione che si è formata in seguito agli eventi sismici ma che oggi “deve far parte di un percorso coordinato, guardando a progetti comuni”.
Il Commissario Straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 in Centro Italia, Giovanni Legnini, partecipando al convegno organizzato dall’ANCI ha affermato:
“Nell’ultimo anno sono stati fatti grandi progressi, abbiamo davanti l’opportunità di accompagnare la ricostruzione con i fondi per lo sviluppo, ma occorre anche sottolineare che ci sono elementi di rischio, dovuti in questa fase all’aumento dei prezzi dei materiali edili ed al numero esiguo di imprese attive sul territorio, anche per la concorrenza del Superbonus 110% sul resto del territorio nazionale. La gran parte del lavoro è ancora davanti a noi. Dobbiamo avviare la ricostruzione di quasi 50 mila edifici nel cratere del sisma 2016, per una spesa stimata complessiva di oltre 18 miliardi di euro, ed abbiamo almeno due grandi problemi. Il primo è il rifinanziamento della ricostruzione privata, visto che a fronte di quei 18 miliardi ce ne sono 6 stanziati nel bilancio pubblico, che in realtà diventano 4 al netto di interessi e attualizzazioni, ormai quasi del tutto impegnati. E poi occorre una proroga del Superbonus al 110%, e per qualche anno, per i territori del Paese che sono stati colpiti dalle catastrofi naturali ed hanno l’esigenza primaria di ricostruire in modo sicuro e sostenibile”.