Lo sciame sismico in Adriatico sta proseguendo e secondo gli esperti potrebbe durare per mesi. Dopo la forte scossa di magnitudo 5.6 dello scorso sabato, i sismografi lungo la costa italiana hanno registrato oltre 100 repliche in tre giorni: quattro le scosse di magnitudo superiore a 4, l’ultima delle quali si è verificata questa mattina alle 9.35, risultando debolmente percepita nella regione del Gargano.
Lo spiega il sismologo Alessandro Amato, responsabile del Centro Allerta Tsunami (Cat) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
“E’ probabile che ci siano state più scosse di quelle rilevate, perché i sismometri si trovano lungo le coste ad almeno 60-70 chilometri di distanza dall’epicentro e ci permettono di localizzare in mare solo i terremoti di magnitudo superiore a 2.5”, sottolinea l’esperto. In ogni caso l’attività sismica di questi giorni “rispecchia l’andamento previsto, con repliche in calo sia per quanto riguarda il numero che la magnitudo”. La sequenza, però, non è ancora esaurita: secondo Amato “lo scenario più probabile è che il fenomeno continui anche nei prossimi mesi, ma con un’intensità decrescente. Questo però non esclude che ci possa essere una ripresa o che si possa attivare anche una faglia vicina”. Al momento l’area interessata dalle repliche “si estende in mare per circa 15 chilometri e comprende un sistema di faglie note che in passato non è stato caratterizzato da un’elevata sismicità, anche se verso l’Albania e il Montenegro ha generato terremoti anche più forti di quello di sabato”, sottolinea l’esperto. A causare le scosse sarebbe un “meccanismo di avvicinamento della placca balcanica verso quella adriatica, ovvero un meccanismo di compressione che è l’esatto opposto rispetto al meccanismo di estensione che si verifica lungo l’Appennino”.