Potrebbero organizzare una forma di protesta più evidente i sindaci del cratere del terremoto del Centro Italia, per protestare contro l’indifferenza mostrata dal Governo con il decreto sblocca-cantieri nei confronti del problema ricostruzione post-sisma.
Lo fa intuire il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, promotore la scorsa settimana di un incontro a Teramo con gli altri primi cittadini dei comuni colpiti dal sisma, tra i quali quelli di Norcia e Arquata del Tronto, nel corso del quale fu dichiarata la mobilitazione permanente. Oggi D’Alberto, come altri esponenti dell’Anci e sindaci, sono stati ascoltati in Commissione Ambiente della Camera, in attesa che l’aula discuta la definitiva conversione in legge del Decreto che avrebbe dovuto prevedere norme più appropriate per l’avvio deciso della ricostruzione nelle aree colpite.
“A questo punto siamo pronti ad una mobitazione più forte, più significativa, che faccia veramente capire qual è la situazione dei nostri territori – ha detto D’Alberto -. Oggi, ancora una volta, registriamo la sottovalutazione delle esigenze e delle condizioni del nostro territorio. Abbiamo preso atto che nella discussione alla Camera non ci sarà modo, tempo e forse neanche volontà per intervenire nel decreto sblocca cantieri, che già nel testo uscito dal Senato non ha recepito le indicazioni provenienti dei Comuni”.
I primi cittadini, sui quali pesa maggiormente la responsabilità di promuovere il rientro nelle proprie abitazioni dei propri concittadini sfollati (soltanto a Teramo sono oltre 4.000), vogliono norme che prevedano l’aumento del personale da assumere nei Comuni e negli Usr, per la semplificazione procedurale della ricostruzione pubblica, per la certezza dei tempi e la durata dello stato di emergenza.
“Di fatto ancora una volta risposte non sono arrivate. Confidiamo nei prossimi giorni di discussione ma la percezione avuta è veramente desolante e soprattutto si delinea una scarsa attenzione da parte del Governo unita ad una scarsa volontà di tradurre le promesse in fatti concreti. Chiediamo – ha concluso il sindaco di Teramo – che non si metta la parola fine e che siano approvati gli emendamenti richiesti dai Sindaci e dalle Regioni”.