L’architetto ed Ex Assessore Comunale Tommaso Di Biase interviene sul progetto di riqualificazione del Museo Vittoria Colonna e di Piazza I° Maggio a Pescara.
Nei giorni scorsi l’annuncio di un progetto complessivo di riqualificazione per lo storico Museo Vittoria Colonna e Piazza I° Maggio con il contributo di “Fondazione delle arti” e della Fondazione “PescarAbruzzo”, affidato a un professionista della stessa Fondazione. Il tutto attraverso una procedura che, secondo l’architetto ed ex assessore comunale Tommaso Di Biase, non appare del tutto chiaro. Le sue perplessità manifestate attraverso un lungo post sui social:
“Il Museo Vittoria Colonna e il giardino di Piazza I Maggio, saranno riqualificati con il contributo della “Fondazione delle Arti” attraverso un progetto affidato direttamente ad un professionista (senza nessuna gara) dalla stessa fondazione. Il programma di interventi prevede anche la realizzazione della “Porta del Mare” di Franco Summa con il contributo della Fondazione PescarAbruzzo. Per ovvi motivi, nel programma sono coinvolti sia il Comune di Pescara che la Sovraintendenza ai beni culturali. Ciò nonostante è abbastanza strano che questi autorevoli enti pubblici non abbiano preteso dalla Fondazione privata che un progetto così importante per la città fosse l’esito di un concorso di architettura. Come è noto, l’edificio, realizzato negli anni cinquanta, è stato firmato dal più che famoso architetto razionalista Eugenio Montuori. Oggi, dunque, per la sua bellezza, ma anche per l’età che supera mezzo secolo, l’edificio è sottoposto a vincolo. Peccato che una Fondazione dedicata alla cultura e specificamente alle “Arti”, che pretende quindi di fare cultura, (creata e finanziata peraltro da noti e bravi imprenditori locali), non senta la necessità e non abbia la sensibilità di organizzare un concorso (che costituirebbe di per sé un evento culturale) allo scopo di scegliere e realizzare il progetto migliore possibile per la città, garantendo un risultato culturalmente valido e avanzato?”
La nota di Di Biase si chiude con una sollecitazione all’Ordine degli Architetti:
“Ma perché l’Ordine degli Architetti non dice niente su questi fatti? Lo stesso vale per Italia Nostra.”