Gli ingressi di pazienti Covid-19 nelle unità di terapia intensiva sono in aumento da tre settimane in dieci regioni italiane, tra le quali figura anche l’Abruzzo.
Lo indicano i dati relativi alla sequenza temporale del numero di pazienti Covid-19 che ogni giorno fanno ingresso nei reparti di terapia intensiva, analizzati dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
“Alla luce della continuità spaziale delle regioni-province autonome coinvolte – rileva l’esperto – è evidente l’importanza di ridurre al minimo i flussi tra regioni se non, all’interno dei blocchi, anche quelli tra province”.
Secondo il matematico, le dieci regioni che stanno registrando più ingressi nelle unità di terapia intensiva formano due blocchi continui: il Trentino Alto Adige e un gruppo di regioni nel centro-Sud. Per quanto riguarda il primo blocco, in una settimana gli ingressi in terapia intensiva sono aumentati del 14% nella provincia autonoma di Bolzano e del 41% in quella di Trento; nel secondo blocco gli aumenti rilevati riguardano Campania (22)%, Abruzzo e Sardegna (entrambe con il 24%), Basilicata e Umbria (entrambe con il 29%), Marche (32%), Molise (38%) e Toscana (58%).
Un dato, quello studiato dal matematico, da ritoccare in peggio se aggiornato al bollettino odierno: i posti letto occupati in terapia intensiva in Abruzzo oggi sono 57, +5 rispetto a ieri, con 9 nuovi ingressi. Il numero è pari al 31,16% dei 189 complessivamente disponibili nelle quattro Asl. La regione era al di sotto del valore limite ormai da due mesi, ma con il repentino aumento dei contagi degli ultimi giorni è cresciuto anche il numero dei pazienti più gravi. A soffrire, in particolare, è l’ospedale di Pescara. Al completo da giorni il Covid Hospital, sono decine i pazienti già trasferiti in altre strutture. Tra i ricoverati figurano anche 30enni e 40enni con sintomi importanti.