In duemila questa mattina hanno risposto all’appello del WWF Italia e di molte altre associazioni animaliste e ambientaliste e hanno percorso le strade del comune di Pescina. Nel pomeriggio, il bis a San Benedetto dei Marsi, la cittadina in cui è avvenuta la tragica uccisione del plantigrado amato da tutti, con altri duemila manifestanti. Alcuni allevatori hanno disturbato con petardi lo svolgimento della manifestazione, Animalisti sono stati scortati dalla polizia al termine dell’evento.
Il messaggio che arriva dalla mobilitazione popolare e degli animalisti è stato chiaro: garantire la conservazione dell’orso bruno marsicano, che oggi è una delle principali emergenze naturalistiche del nostro Paese Difendere la biodiversità italiana da rischi e aggressioni dev’essere la priorità della classe dirigente.
Il Wwf ricorda l’elenco di buone pratiche e azioni indicate dal Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM) e dagli esperti per garantire un futuro a questa popolazione rimane prevalentemente sulla carta: “Il drammatico episodio che ha portato all’uccisione di Amarena è diretta conseguenza da una parte di un clima politico che tende a indicare nella biodiversità un nemico disegnando un pericolosissimo bersaglio su specie protette fondamentali per il nostro capitale naturale, dall’altra dei limiti delle azioni di conservazione e controllo del territorio anche fuori dalle aree protette”.
“Il drammatico atto di bracconaggio contro l’orsa Amarena è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura – dichiara da Pescina Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia-. Oltre a chiedere pene più dure per chi si macchia di crimini contro la natura, è necessario individuare le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta sentimenti di paura, giustificando o addirittura istigando all’uso del fucile come unica soluzione. Questo sta accadendo ancora una volta in Trentino, dove il presidente Fugatti ha irresponsabilmente condannato a morte l’orsa già radiocollarata F36, firmando un decreto di abbattimento contro cui abbiamo presentato ricorso insieme alle altre associazioni. Oggi siamo a Pescina per ricordare Amarena, simbolo della nostra natura, ma anche per reagire e ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità”.
Gli Animalisti Italiani Onlus a San Benedetto dei Marsi hanno sventolato le bandiere animaliste con nastro nero, in segno di profondo cordoglio ed esposto cartelli in segno di protesta. Al termine del corteo alcuni attivisti guidati dal Presidente Walter Caporale hanno acceso dei fumogeni di colore rosso, come il sangue versato degli animali innocenti. Alcuni allevatori arrivati da tutto il territorio, hanno disturbato con petardi lo svolgimento della manifestazione. Gli Animalisti sono stati scortati dalla polizia al termine dell’evento. “L’uccisione dell’orsa Amarena è un atto di bracconaggio che ha scioccato non solo la comunità locale ma anche l’intero Paese – ha detto Caporale – . Tuttavia, questa tragedia è anche il risultato di un’azione sistematica di disinformazione che coinvolge la convivenza tra l’uomo e i grandi carnivori. In questo momento cruciale, è fondamentale che la società si unisca per chiedere pene più severe per coloro che commettono crimini contro gli animali”.