E’ stato dimesso dal pronto soccorso di Avezzano, dopo un intervento chirurgico, l’addetto alla sicurezza di un locale della cittadina che nella notte di sabato, intorno alle 2, è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco sparato da un ragazzo ancora non identificato dai carabinieri della stazione di Avezzano
La dinamica ed il movente del fatto è ancora al vaglio degli inquirenti che stanno ricostruendo la vicenda dopo aver preso testimonianze dai presenti. C’è un indagato, ma si attende l’esito dello stub per sapere se sia stato lui a impugnare l’arma oppure no. Dopo aver raccolto le testimonianza dei presenti, intorno alle 4, i carabinieri si sono presentati a casa del principale sospettato, C.M. di 48 anni. In cerca della pistola che ha sparato, gli investigatori hanno perquisito l’abitazione, senza però trovare l’arma. Poi il 48enne, appartenente alla locale comunità rom, è stato condotto in caserma per essere sottoposto allo stub, un tampone che serve per accertare se sia stata utilizzata di recente un’arma da fuoco. I risultati sono attesi a breve. Chi ha sparato rischia l’accusa di tentato omicidio. L’indagato è difeso dagli avvocati Raffaele Mezzoni del foro di Avezzano e Massimo Mercurelli del foro di Roma.
La procura di Avezzano sta indagando al fine di capire se ci sia un motivo legato al mancato ingresso del ragazzo in discoteca oppure altro. I ragazzi che erano all’interno della discoteca sono stati chiusi per alcuni minuti dai carabinieri soccorsi, mettendoli al sicuro, e riaperto le porte della discoteca dopo che l’intera zona era stata pattugliata alla ricerca dell’aggressore.
Quanto al movente, al momento gli investigatori stanno seguendo due piste. Non è escluso che dietro la sparatoria si nasconda un raid a scopo di estorsione nei confronti dei nuovi gestori del locale appena inaugurato. All’esame degli inquirenti anche un possibile regolamento di conti tra esponenti della locale comunità rom e il titolare della società di security, anche lui di origine albanese, per via di vecchie ruggini.