A distanza di un anno, resta in stallo la valutazione del progetto di bonifica presentato da Dec Deme delle aree ex 2A e 2B. Blasioli e Paolucci: «I lavori sarebbero dovuti iniziare domani. Si valutino i nostri dubbi, la Regione non perda altro tempo»
“L’incontro con la stampa oggi odierno ha lo scopo di riaccendere i riflettori sulla bonifica delle aree ex 2A e 2B del SIN di Bussi sul Tirino, il cui avvio era stato prefigurato per la giornata di domani”: si dice in conferenza stampa.
“Il cronoprogramma stilato dal Ministero delle Infrastrutture non è stato rispettato, per giunta si starebbe sbloccando solo in queste ore la procedura di valutazione (ex art. 26 comma 6 del D.Lgs. 50/2016 – che da cronoprogramma sarebbe dovuta terminare a dicembre 2021), che tuttavia come sappiamo rappresenta esclusivamente il primo step dell’intero iter, cui seguiranno progettazione esecutiva e solo a quel punto i lavori veri e propri. Poco meno di un anno fa il Gruppo Pd in Regione aveva prospettato i ritardi, che si sono puntualmente verificati, avanzando dubbi e interrogativi su ostacoli che potrebbero sorgere, non ultimo la questione dei costi. Criticità in parte riportate anche nel verbale del 25 giugno 2021 in cui il Ministero ha illustrato le problematiche alla Regione Abruzzo, all’Arta, al Comune di Bussi, la Polizia Provinciale e all’Ispra. Proprio per questo sollecitiamo per l’ennesima volta il Presidente della Regione a sedersi al tavolo con il nuovo Ministro al fine di analizzarle e verificare se l’iter della bonifica potrebbe incontrare le criticità che oggi solleviamo nuovamente”.
Blasioli e Paolucci spiegano, inoltre: “ Se il primo obiettivo resta avviare quanto prima, seppur con un anno di ritardo, la bonifica delle aree suddette, oltre a quelle dei capannoni ex Iprite e Fosgene, occorre scongiurare altresì che a causa di una delle tante problematiche non arrivi a compimento. C’è poi un aspetto che non va sottovalutato. L’art. 4 dell’Accordo di programma per l’affidamento della bonifica, sottoscritto da Regione Abruzzo e Ministero il 3 maggio 2017, prevede che la Regione, (che ha già versato sotto la Giunta D’Alfonso 1,5 Mln di €. in aggiunta ai 44.755.338,08 €. di cui alla L. 10/2011), dovrà assicurare la copertura di ogni ulteriore spesa necessaria per la procedura di gara. Ciò significa che lo scorrere del tempo e l’incremento dei costi per la bonifica (motivato dall’aumento generalizzato dei prezzi di queste settimane) finiranno col ripercuotersi sul progetto col paradosso di una comunità abruzzese vittima dell’inquinamento della vallata del Pescara ma costretta a pagarsi la bonifica in luogo del soggetto inquinatore”.
“Nel frattempo le aree 2A e 2B continuano ad inquinare, a dircelo è la Polizia Provinciale nell’ordinanza n. 14330 del 22 luglio 2022, che cita un documento l’Arta dove si legge: “non sono note al momento ulteriori fonti di contaminazione dei sedimenti diverse dalla lisciviazione e trasporto dei contaminanti presenti nei rifiuti individuati nelle discariche 2A e 2B e nelle aree circostanti”. Chiediamo, quindi, che per la bonifica delle aree ex 2A e 2B non si perda altro tempo, considerato che è ormai trascorso un altro anno e ne servirà almeno un altro prima di vedere iniziare la bonifica. E si verifichino con il nuovo Ministro della transizione ecologica, i dubbi e le perplessità sollevate a novembre 2021″.
LA REPLICA DEL PRESIDENTE MARSILIO
Registro con particolare piacere e con un pizzico di sorpresa che il Partito Democratico e i suoi consiglieri Blasioli e Paolucci abbiano solo oggi preso coscienza del problema del SIN di Bussi sul Tirino invitando l’Amministrazione regionale a sensibilizzare il Governo centrale ad eseguire rapidamente gli interventi di bonifica.
Appare doveroso evidenziare preliminarmente che trattandosi di un sito di interesse nazionale le attività e competenze sono in capo all’amministrazione statale e alle strutture afferenti il Ministero della Transizione Ecologica (ancor prima Ministero dell’Ambiente) sottolineando allo stesso tempo che l’attuale amministrazione regionale non ha mai fatto venir meno la propria attività di stimolo per la risoluzione delle criticità nel tempo emerse nel SIN che abbraccia il territorio del Comune di Bussi e si estende lungo il fiume Pescara sino a Bolognano. E’ inutile ricordare, perché sotto gli occhi di tutti, che i ritardi fino ad oggi accumulati sono nella gran parte imputabili a quella scelta scellerata che il duo “Costa (M5S) – Morassut (PD)” promossero per il tramite del loro fidato Dirigente Generale per l’annullamento di una procedura di gara che si era conclusa e i cui lavori sarebbero cominciati di lì a poco, senza incorrere nell’avvio di una stagione di contenzioso che ha visto premiate le ragioni di questa Giunta.
E’ chiaro che il tempo trascorso inutilmente, che indubbiamente poteva evitarsi, ha causato un necessario ed opportuno adeguamento del progetto. Ci auguriamo che presto i cittadini di Bussi sul Tirino e gli abruzzesi tutti vedranno partire i lavori di bonifica. In questi anni la Regione, la Giunta e i consiglieri onesti intellettualmente si sono dati da fare per contrastare ed annullare la scelta inopportuna dell’annullamento della gara proprio per assicurare la completa sicurezza del sito di Bussi e il conseguente rilancio di attività di sviluppo durevoli, accompagnate da una importante occupazione.
Nell’ultimo anno con il governo Draghi i rapporti con il Ministero della Transizione ecologica sono di gran lunga migliorati e sono certo che la collaborazione e il lavoro con il MiTE si intensificherà ancora di più nei prossimi mesi. In ultimo, e questo mi rincresce, segnalo la malafede dei consiglieri del PD che strumentalizzano l’annoso problema di Bussi e il dolore dei suoi cittadini alimentando false ricostruzioni sull’inventato obbligo da parte della Regione Abruzzo di sostenere notevoli costi per l’esecuzione del progetto di bonifica.
Di tutto questo non vi è traccia alcuna nell’Accordo sottoscritto dalla Regione Abruzzo, ma vi è solo, la disponibilità, e ci mancherebbe altro, a garantire la copertura di ogni ulteriore spesa per la realizzazione degli interventi. La notizia è falsamente alimentata perché omissiva su un aspetto fondamentale, cioè che Edison è stato individuato quale responsabile della contaminazione e pertanto, ad oggi, alla stessa Società dovranno essere imputati i costi degli interventi di bonifica.
Oggi abbiamo la restituzione plastica che in Abruzzo ci sono consiglieri che speculano sul dolore dei cittadini e sui problemi del territorio per un assai modesto tornaconto elettorale, mentre un’amministrazione regionale in silenzio lavora cercando di correggere gli errori del PD e probabilmente attiva forme di collaborazione con le amministrazioni centrali per promuovere nuovi progetti ed intercettare importanti risorse per la crescita e prosperità dell’Abruzzo.
Questo quanto dichiarato dal Presidente Marco Marsilio in risposta alla Conferenza stampa tenuta stamattina 30 settembre dai consiglieri Blasioli e Paolucci.
Bussi: Sindaco, ritardi bonifica colpa ministero
“Mi chiedo come faccia Blasioli ad avere notizie di ritardi dell’inizio della bonifica se io che sono il proprietario del sito non ne so nulla, io che ho fatto i ricorsi e che non ne sappia nulla neanche il presidente della Regione Marsilio. Ci sarà un rinvio? E’ una cosa credibile?”. Se lo chiede il sindaco di Bussi Salvatore Lagatta in risposta alle dichiarazioni del consigliere regionale Pd sull’avvio della bonifica della megadiscarica dei veleni della Montedison relativamente alle 2A e 2B. “Blasioli sta costruendo una serie di “condizionali” per giustificare il suo obbiettivo: mettere in discussione la Sentenza del Consiglio di Stato e assegnare la bonifica alla Edison – insiste Lagatta – Nel frattempo la stessa Edison ha iniziato tutte le azioni (operative) per dare inizio alla bonifica delle aree esterne al 2a e 2b. Se ci sono ritardi sono dovuti al ministero che non ha rispettato quanto previsto dal cronoprogramma”. “Con la Edison – prosegue Lagatta – ho relazioni continue, proprio ieri ho mandato al Ministero dell’Ambiente i nulla osta per le bonifiche esterne alle 2A e 2B, perché è evidente che i rifiuti che verranno tolti non potranno essere messi su un terreno pulito, ma bisognerà individuare dei siti esterni. Curioso che si parli di Edison quando è la ditta Decdeme che ha
vinto l’appalto che deve bonificare: a che titolo quindi si parla di Edison?”
Lunga e dettagliata la nota della Edison.
“Sulle aree 2A e 2B Edison opera dal 2019 per l’attuazione di misure di prevenzione. L’azienda ha realizzato la copertura superficiale (capping) delle zone che non erano state precedentemente messe in sicurezza dai proprietari (Solvay Specialty Polymers prima e Comune di Bussi sul Tirino dal 2018) e il ripristino dei teli posti a copertura dell’area compresa tra gli ex magazzini Iprite e la centrale termoelettrica Edison, danneggiatisi a causa di eventi atmosferici. Il capping dell’intero sito è stato ultimato nell’aprile 2021. Nell’aprile 2020 il Ministero dell’Ambiente (ora MiTe) ha chiesto a Edison di presentare un progetto operativo di bonifica per le discariche 2A e 2B e le aree limitrofe. Nella seconda metà del 2020, Edison ha perciò proceduto alla redazione di un piano di indagini suddiviso in due fasi: la fase 0 (da attuare sulla discarica 2A, discarica 2B, area a nord della discarica 2A, area a sud della discarica 2B), da cui è scaturito il progetto operativo di bonifica di fase 0 presentato ad aprile 2021, e il piano di indagini di fase 1 (per le restanti aree). In seguito alla sentenza del Consiglio di Stato relativa alla gara di appalto aggiudicata a Dec Deme, Edison aveva manifestato l’intenzione di realizzare quanto già progettato sulle aree 2A, 2B e limitrofe. Il MiTe però, a luglio 2021, ha chiesto a Edison di proseguire nel percorso operativo per le sole aree non incluse nel progetto di bonifica redatto dal RTI Dec Deme. A questo punto si è reso dunque necessario armonizzare i due progetti, che presentavano significative interferenze di natura tecnica e gestionale: a gennaio di quest’anno Edison ha trasmesso un progetto di rimozione rifiuti di fase 0 rimodulato, relativo alle aree non oggetto degli interventi del RTI Dec Deme, mentre nel mese di marzo è stato avviato il piano di indagini di fase 1. Allo stato attuale, Edison sta apportando alcune integrazioni richieste dal MiTe, su parere di Ispra e Arta, al progetto di rimozione dei rifiuti di fase 0 (con termine di invio il 14 ottobre) e sta predisponendo l’invio dei risultati delle indagini di fase 1, terminate in agosto.
Per quanto riguarda le attività di messa in sicurezza delle acque sotterranee, a settembre 2020 è stato ripristinato e integrato l’impianto di pump & stock precedentemente installato da Solvay per l’emungimento e il trattamento delle acque di falda. Dall’avvio dell’impianto a fine giugno 2022, sono stati complessivamente smaltiti 3.856 metri cubi di acque emunte. Inoltre, sulla base dei risultati delle campagne di monitoraggio effettuate dal 2020, Edison ha aumentato il numero dei piezometri che fanno parte della rete di estrazione delle acque. E da gennaio 2022 ha incrementato la frequenza dei monitoraggi, per esercitare un miglior controllo degli effetti indotti dalle misure di prevenzione sulla qualità delle acque sotterranee.
In risposta all’ordinanza della Provincia di Pescara “Sedimenti del fiume Tirino nel tratto da monte a valle delle aree 2A 2B e limitrofe in località Bussi sul Tirino” Edison ha realizzato in agosto le attività propedeutiche agli interventi di caratterizzazione e rimozione dei sedimenti contaminati: gli interventi di sfalcio e pulizia delle sponde, i rilievi topografici delle rive e l’analisi dell’andamento del fondo del fiume, le indagini geofisiche finalizzate a individuare eventuali masse metalliche. Il 15 settembre la società ha inviato al Ministero della Transizione ecologica una proposta di caratterizzazione dell’intero tratto di fiume oggetto dell’ordinanza e di rimozione in via prioritaria dei sedimenti nell’area del transetto T3 (il punto con la maggiore concentrazione di contaminanti secondo le prime analisi effettuate da Arta); e richiesto la convocazione di un Tavolo tecnico per condividere con gli enti coinvolti il percorso operativo. Il Ministero ha convocato una Conferenza di servizi istruttoria, dando agli enti 45 giorni per esprimere il loro parere sulla proposta Edison. Parallelamente, la società ha inviato all’Ufficio del Demanio regionale la richiesta di autorizzazione per operare in alveo fluviale”.