Caso Cospito: rifiuta la visita psichiatrica e insiste “se peggioro non voglio l’alimentazione forzata”

Alfredo Cospito non ha voluto sottoporsi alla prevista visita psichiatrica nel carcere di Opera, dove è stato trasferito nei giorni scorsi. Ripete, a chi ha avuto modo di incontrarlo nelle scorse ore, che non ha “alcuna intenzione” di interrompere la sua forma di protesta.

L’anarchico al 41bis  ha fatto pervenire al Dap una dichiarazione nella quale esprime la volontà di non procedere con l’alimentazione forzata, nel caso in cui le sue condizioni peggiorassero al tal punto e fosse incosciente. Ci saranno diversi profili giuridici da valutare, dunque, nel caso si arrivasse a una situazione critica dal punto di vista medico.

Ieri la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa e la giudice Ornella Anedda sono andate a visitarlo nel carcere di Opera. A quanto si è saputo, la Sorveglianza, attraverso colloqui coi medici, sta effettuando d’ufficio un controllo continuo e costante delle condizioni di salute del 55enne, che ha deciso di sospendere anche gli integratori, beve molto e assume sale e zucchero. Al momento il monitoraggio costante da parte dei magistrati si basa anche sulle relazioni sanitarie dei medici del penitenziario. Poco fa, invece, è arrivata al carcere milanese la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi
per far visita all’anarchico e verificarne le condizioni di salute.

Alfredo Cospito non vuole più vedere politici. Lo ha riferito Ilaria Cucchi lasciando il carcere di Opera sottolineando che “non ha nessuna intenzione di interrompere lo sciopero della fame”. “La prima cosa che mi ha detto è che non vuole più incontrare politici e che mi ha ricevuta solo per la mia storia”. Inoltre, Cospito ha invitato Cucchi “a non pensare a lui ma ai detenuti anziani e malati”.

“Non c’entro nulla con la mafia, voglio che venga cancellato il 41bis per tutti perché è uno strumento che toglie le libertà fondamentali, ho visto mafiosi che sono anziani e malati, persone non più pericolose”. È questo, in sostanza, il pensiero che Alfredo Cospito ripete in queste ore a chi ha avuto modo di vederlo nel carcere milanese di Opera. A proposito delle azioni di protesta come forma di sostegno, l’anarchico chiarisce che nella ideologia anarchica “non si giudicano le azioni degli altri” e che i suoi scritti sono tesi “individualiste, perché non c’è una organizzazione”.