Moltissima gente lungo le vie del centro storico di Chieti per la tanto attesa Processione del Venerdì Santo. Alle 19 l’uscita dalla cattedrale di San Giustino quindi il corteo con oltre mille partecipanti, 13 confraternite e la suggestione senza tempo evocata dalle note del Miserere
Storia, tradizione e devozione nell’antico culto della Passione: con il corteo organizzato dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti i 1.100 partecipanti delle 13 confraternite cittadine. Il tempo, freddo ma sereno, ha di certo agevolato corteo, spettatori, fedeli e organizzatori. Come si sa, del resto, la città di Chieti vive il Venerdì Santo come un appuntamento attesissimo tutto l’anno religioso e non. Una processione sentita, vissuta, partecipata e capace di riunire le famiglie riportando in città anche chi l’ha lasciata per studi o lavoro: sono tante, infatti, le storie di chi torna appositamente per suonare il Miserere o prendere parte alla processione dei simboli.
“Dopo 3 anni la Cattedrale gremita fino all’inverosimile con i Teatini, che si riprendono con orgoglio e con compostezza ciò che il COVID ci ha tolto: un rito che non è solo una tradizione, ma una identità collettiva, memoria storica, fede e spiritualità”: così a pochi minuti dall’uscita della Processione sulle pagine social del Coro e dell’organizzazione.
Quando all’imbrunire l’eco del Miserere di Selecchy ha cominciato a risuonare per le vie del centro storico commozione, ricordi e un autentico e fiero senso di appartenenza ad una comunità ha rapito la scena: tutti hanno chinato la testa stringendosi al passaggio del Cristo morto.
Un percorso ormai storico che ha attraversato via Pollione, piazza Valignani, via De Lollis, piazza Matteotti, via Arniense, via dei Crociferi, via Vicoli, largo Sant’Agata, via Galiani, via degli Agostiniani, via Toppi, corso Marrucino, piazza Valignani, corso Marrucino, piazza Trento e Trieste, via Zecca, via Ravizza, via Priscilla, piazza Templi Romani, via Marco Vezio Marcello, largo Barbella, via dei Domenicani, corso Marrucino, piazza Valignani per poi rientrare in cattedrale.
Una processione “libera” così l’ha definita il sindaco Ferrara. I tre anni della pandemia, con i primi due che hanno visto l’arcivescovo in solitaria portare la croce, sono stati archiviati. Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Mario Della Cioppa, nei giorni scorsi aveva dato il via libera al piano sicurezza presentato da Giulio Obletter, governatore dell’arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti che organizza da sempre l’appuntamento più atteso dalla città.
Occhi lucidi e commossi al passaggio degli oltre 300 tra musicisti e coristi diretti dal maestro Peppino Pezzulo: i cantori coordinati dal maestro Loris Medoro hanno regalato alla città un momento di raccoglimento e preghiera grazie alle meravigliose note del Miserere di Selecchy, musicista teatino vissuto nel 1700. Note che da secoli accompagnano la processione del Cristo Morto.
Illuminato da fiaccole accese su tripodi in ferro battuto, il sacro corteo si è mosso al calar del sole. Mentre la si vede passare impossibile non pensare alla storicità della Processione di Chieti considerata fra le più antiche d’Italia.
Apre lo stendardo a lutto dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. A seguire le varie confraternite cittadine, ognuna con il proprio stendardo e crocifisso, alcune con propri simboli, tutte con le lanterne (dette fanali), con i confratelli nella mozzetta tradizionale di ciascuna confraternita. Salvo la Misericordia, in sfilata con il caratteristico saio e cappuccio nero, e la confraternita della Cintura, composta da sole donne, anch’essa in tunica nera, le altre confraternite hanno tutti abiti e cappucci bianchi per non confondersi con l’arciconfraternita. Dopo l’uscita delle varie confraternite seguono i religiosi che hanno inteso partecipare in ordine crescente di grado e anzianità, poi il capitolo metropolitano e i membri dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro insieme all’arcivescovo Forte.
Poi è stato il turno dei membri dell’arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, vestiti con una tunica nera, mozzetta gialla e cappuccio nero. Infine musici e cantori. I membri (aggregati) dell’arciconfraternita del Sacro Monte, inoltre, riempiono quello spazio che separa i membri di una confraternita dell’altra portando i simulacri rappresentanti i simboli della Passione di Gesù, scortati anche da valletti e vigili del fuoco. Durante la processione i fratelli effettivi circondano le statue di Cristo e della Madonna addolorata: a loro spetta anche il compito di trasportare questi sacri simboli, secondo una tradizione di successione salica. Sono scortati da carabinieri in alta uniforme.
Così la sfilata delle Confraternite della città in Processione, oltre l’organizzatrice Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti.
- Confraternita di San Francesco Caracciolo, già Confraternita di Santa Maria del Tricalle – l’abito, i guanti, il cingolo ed il cappuccio sono bianchi; la mozzetta è color granata, con frangia e bordo dorato. Ha sede nella parrocchia di San Francesco Caracciolo.
- Confraternita di San Gaetano e San Giuseppe Falegname – l’abito è bianco; la mozzetta è rossa; ha sede nella chiesa di San Gaetano Thiene.
- Confraternita delle Crocelle, già Confraternita dell’Addolorata – gli abiti sono sia bianchi che neri; la mozzetta è color amaranto con bordo dorato.
- Congregazione della Cintura – l’abito è nero; la mozzetta è in argento con bordo nero; ha sede nell’ex convento della Santissima Annunziata.
- Confraternita di Santa Maria Calvona – l’abito è bianco; la mozzetta è rossa con il bordo dorato; ha sede nella chiesa omonima.
- Confraternita di Santa Barbara già compagnia della Croce – l’abito è bianco; la mozzetta è rossa con il bordo bianco per la prima, e abito bianco, mozzetta celeste con bordo bianco per la seconda; ha sede nella chiesa omonima.
- Confraternita della Madonna delle Grazie – l’abito è bianco; la mozzetta è rossa con il bordo dorato; ha sede nella chiesa omonima.
- Confraternita della Madonna del Freddo – l’abito è bianco; la mozzetta è celeste con bordo dorato; ha sede nella chiesa omonima.
- Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli – l’abito è bianco; la mozzetta è azzurra scuro e stellata, con bordo dorato; ha sede nella chiesa di Sant’Antonio abate, in precedenza era situata nella chiesa di Santa Caterina o San Gaetano, poi nella chiesa di Santa Chiara.
- Confraternita di Santa Maria della Vittoria – l’abito è bianco; la mozzetta è viola, con fregi circolari dorati; sede nella chiesa omonima.
- Confraternita di Maria SS.ma del Rosario, già Arciconfraternita del SS.mo Rosario – l’abito è bianco; la mozzetta è nera con grani bianchi del rosario; ha sede nella chiesa di San Domenico.
- Fraternità della Misericordia – l’abito è un saio nero, con cordone nero e rosario pendente, senza mozzetta; ha sede nella chiesa di Maria Santissima degli Angeli.
- Ordine Equestre del Santo Sepolcro ha sede in uno stabile in piazza Malta, in ricordo dell’antico Ordine dei Cavalieri di Malta che aveva sede in un monastero scomparso di San Giovanni Battista, a Chieti.
Alla buona riuscita della processione organizzata dall’Arciconfraternita, oltre al Sacro Monte dei Morti e alle 12 confraternite cittadine che hanno portato i simboli della Passione, il prezioso contributo sul fronte della sicurezza le associazioni Not (referente Antonio Mancini), Teate Soccorso (Donato Marcotullio), Associazione nazionale carabinieri Chieti (Leondino Di Lauro), volontari di Torrevecchia Teatina (Denis Iezzi), Gli angeli del soccorso (Maria Pia Barbetta), Associazione nazionale alpini (Claudio Pinti), Associazione radioamatori italiani (Mino De Menna), Associazione Valtrigno (Marco Rosati) e Croce Rossa (Gianni Del Rosario). “Desidero ringraziarli uno per uno”, puntualizza Obletter.
Facendo un breve passo indietro a questa mattina, alle 11 nella cattedrale di San Giustino la cerimonia di traslazione del Cristo e della Madonna, presi dalla teca della cappella del Sacro Monte dei Morti e portati nel Segretariato, al piano di sopra, da cui poi sono usciti in processione. Alle ore 12 appuntamento con le prove finali del Miserere, l’unica occasione per ascoltare i 300 musicisti e cantori, diretti dai maestri Peppino Pezzulo e Loris Medoro, accompagnati dall’organo suonato dal maestro Fabio D’Orazio. Poi, nel pomeriggio, alle ore 17.30, la liturgia celebrata dall’arcivescovo Bruno Forte e, alle 19, il momento più atteso dell’anno, l’uscita della processione della cattedrale.
Ben 86 i volontari di protezione civili e nessun limite di presenze: in Piazza San Giustino, non ancora riaperta al pubblico, il corteo ha comunque percorso in rigoroso silenzio il cantiere, non ancora terminato. Piazza quindi off limits ai visitatori.
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