Pescara: reati di mafia, il salto di qualità

Gli arresti di ieri a Pescara nella zona di Rancitelli ripropongono il tema della vivibilità nelle periferie della città, dove è più facile che si annidi la malavita. L’operazione dei Carabinieri ha evidenziato anche il salto di qualità della criminalità, visto che si è parlato di organizzazione di stampo mafioso.

Il colpo c’è stato. Non definitivo, ma comunque ben assestato. L’operazione di ieri a Pescara ha disarticolato un gruppo di criminali e anche un modus operandi particolarmente pericoloso: gli inquirenti per la prima volta hanno contestato agli arrestati il reato di associazione mafiosa. Un’azione che segna un cambio di passo nella comprensione delle dinamiche della criminalità che opera in città e al tempo stesso  registra il salto di qualità della malavita, una sorta di anti-stato in grado di controllare il territorio e terrorizzare i cittadini.

Il Tg8 oggi è tornato sull’argomento, ma da un altro punto di vista: le reazioni agli arresti e il rapporto con la vita sociale e la vivibilità del quartiere Rancitelli e delle palazzine del Ferro di Cavallo.

Il sindaco di Pescara Carlo Masci si è detto molto soddisfatto per il risultato dell’operazione. Inoltre ha ricordato che lunedì partiranno i lavori che prevedono la demolizione del Ferro di cavallo e che dureranno per circa quattro mesi. Successivamente verrà avviato l’iter per la ricostruzione delle palazzine.

Secondo il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari “tutto il tessuto economico abruzzese, maggiormente quello legato alle attività commerciali, è nelle mire di usurai e malviventi. L’abbattimento del Ferro di Cavallo, propagandato dal centrodestra come soluzione a tutti i mali, non è assolutamente la cura alla criminalità organizzata che sta attanagliando la nostra regione”.

Il blitz dei carabinieri, che ha portato all’arresto di 20 persone, non è stata eseguito nel ferro di cavallo, ormai sgomberato, ma a poche decide di metri di distanza, dove si sarebbero spostate le attività illecite.

 

Marina Moretti: