Non ce l’ha fatta il 52enne di Basciano in codice rosso al “Mazzini” di Teramo dopo una caduta dal tetto della ditta di Guardia Vomano dove lavorava. Le sue condizioni erano parse subito disperate
Si chiamava Roberto Scipione, aveva 52 anni ed era di Basciano. Si è spento in ospedale poco dopo l’arrivo. Erano le 8:45 circa e stava lavorando per un’altra ditta, alla sistemazione di un lucernaio sul tetto dell’azienda quando, per cause in corso di accertamento, ha perso l’equilibrio ed è caduto facendo un volo di sette metri. Sul posto anche ispettori dell’ufficio del lavoro, la Asl e i carabinieri per gli accertamenti del caso. Scipione era sposato ed appassionato di ciclismo. Lascia un grande vuoto tra coloro che gli volevano bene.
Incidenti lavoro: sindacati, sconcertante morte nel Teramano
“È veramente sconcertante, solo pochi giorni dopo l’infortunio mortale di Tonino Fanesi e la manifestazione sindacale in Piazza Martiri per ribadire e chiedere maggiore sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, dover registrare ancora questo ulteriore lutto”. A intervenire sono i rappresentanti sindacali di Teramo, Giovanni Timoteo (Cgil), Fabio Benintendi (Csil) e Fabrizio Truono (Uil) dopo la morte di Roberto Scipione, un lavoratore di 52 anni, caduto dal tetto della ditta Eco.tel a Guardia Vomano di Notaresco.
“Non ci sono parole – sottolineano in una nota congiunta – che possono giustificare il ripetersi di una tragedia che non trova concrete e credibile azioni di contrasto da parte delle istituzioni e del sistema delle imprese. Una sola amara, dolorosa realtà. Un’altra vita perduta, un altro dolore per una famiglia che si poteva e, soprattutto, si doveva evitare. Certamente Il nostro primo pensiero va alla vittima ed
esprimiamo il nostro profondo cordoglio e vicinanza alla sua famiglia”. “Ma come non ricordare ancora una volta – proseguono i sindacati – che questo è uno dei risultati di una precarizzazione del lavoro che dopo aver stravolto gran parte dei diritti contrattuali creando incertezza sul futuro dei lavoratori, testimonia una minore tensione anche nella gestione della prevenzione degli infortuni. Invece è necessario che
istituzioni, forze politiche e imprese mettano in campo un impegno straordinario per attivare rapidamente le misure necessarie realmente capaci di impedire che si possa ancora morire sui posti di lavoro”.
“A partire da una risposta alla piattaforma sulla sicurezza che è stata presentata nel 2021 da CGIL CISL e UIL – sollecitano – che è stata anche ribadita durante la campagna elettorale senza purtroppo trovare grande spazio nella proposta politica”. “Anche per questo, nei prossimi giorni, avvieremo specifiche iniziative con l’obiettivo di impegnare istituzioni, partiti politici, associazioni imprenditoriali e sociali in una forte ed evidente attività chiara, evidente e misurabile che in questo territorio sappia fornire un’accelerazione reale nella tutela della sicurezza e nella cultura della prevenzione sul lavoro. Va ricordato con forza che la dignità di una persona poggia sul lavoro, ma non c’è nessuna dignità in chi mette in pericolo la vita delle persone che lavorano”.