L’Aquila: da Palermo per tre ore di interrogatorio a Messina Denaro

Il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e il suo aggiunto Paolo Guida hanno interrogato per circa 3 ore Matteo Messina Denaro nel carcere dell’Aquila. I due sono arrivati intorno alle 14:30 a bordo di cinque auto di grossa cilindrata a sirene spiegate

Arrestato il 16 gennaio scorso a Palermo, dai carabinieri del Ros dopo 30 anni di latitanza, l’ex boss è rinchiuso nel carcere aquilano da poche ore dopo il blitz che lo ha visto finire in manette.

Non sono note, al momento, le ragioni dello spostamento dal capoluogo siciliano del procuratore capo, Maurizio de Lucia, e dell’aggiunto Paolo Guido.

De Lucia e Guido avevano già parlato con Messina Denaro a Palermo, la sera dell’arresto, poco prima che l’ex inafferrabile fosse trasferito dall’aeroporto di Boccadifalco per essere trasferito a L’Aquila. “Non voglio collaborare”, è il senso di quello che ha detto il padrino ai magistrati. “Fino a stamattina ero incensurato”, ha detto invece il boss agli uomini del Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria, commentando le operazioni di rito alle quali è stato sottoposto all’Ufficio matricola del penitenziario aquilano.

 I procuratori sono arrivati, insieme alla scorta intorno alle 14:30, a bordo di cinque auto di grossa cilindrata a sirene spiegate. Numerosi giornalisti stanno sostando davanti alle porte del carcere. Il boss si trova all’Aquila dal 17 gennaio dove sta ricevendo le cure per il cancro da cui è affetto direttamente in carcere, in una stanza infermieristica appositamente allestita. È durata meno di tre ore la
permanenza nel carcere dell’Aquila del procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, e del suo aggiunto Paolo Guida, per interrogare il boss Matteo Messina Denaro. 

“Abbiamo catturato l’ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992 e del 1993”, ha detto il procuratore de Lucia subito dopo l’arresto del boss.

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Barbara Orsini: