Con le accuse, a vario titolo, di usura, estorsione e detenzione di droga ai fini di spaccio tre donne lancianesi, una di origine campana, sono finite ai domiciliari per aver vessato e minacciato una commerciante già in crisi a causa del Covid: per un prestito di alcune centinaia di euro restituiti 21mila euro
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip Massimo Canosa, su richiesta del pm Francesco Carusi. Provvedimenti cautelari che scattano a conclusione delle indagini della polizia, coordinate dalla Dirigente Lucia D’Agostino. L’imprenditrice si era rivolta a una delle donne per un prestito iniziale di poche centinaia di euro e pian piano ne ha dovuto restituire 21 mila; ma doveva ancora continuare a dare altre migliaia di euro che, poi, si è rifiutata di pagare. In alcuni casi il tasso usurario sarebbe giunto al 5mila per cento.
L’attività investigativa è partita subito dopo la denuncia presentata dalla commerciante, ormai vessata dalle continue richieste estorsive per il pagamento delle rate del prestito concesso a tasso usuraio. La vittima è stata anche minacciata dell’incendio delle proprietà e di ritorsioni da parte di fantomatici usurai, della malavita napoletana e delle famiglie rom locali. Forte la sudditanza psicologica subita dall’imprenditrice costretta a curarsi.