Omicidio Alina: il convivente insiste “non l’ho uccisa, le volevo bene”

“Non ho mai fatto male a nessuno nella mia vita e ovviamente non ho ucciso Alina”. Lo ha detto oggi in Corte d’Assise a Chieti rendendo spontanee dichiarazioni, Mirko De Martinis, accusato di aver ucciso la convivente Alina Cozac, strangolandola in casa a Spoltore il 22 gennaio 2023

“Quella notte Alina si è sentita male e ho chiamato immediatamente i soccorsi, ho assistito a tutti i tentativi di salvarle la vita, l’hanno intubata con grande difficoltà, e hanno fatto tutte le manovre con grande energia. Le volevo bene, per lei ho lasciato mia
moglie e i miei figli, stavamo insieme da 17 anni ed è stato un rapporto fra alti e bassi, abbiamo avuto anche discussioni, non c’è mai stato alcun accenno di violenza, né da parte sua né soprattutto da parte mia”. Lo ha detto oggi in Corte d’Assise a
Chieti rendendo spontanee dichiarazioni, Mirko De Martinis, accusato di aver ucciso la convivente Alina Cozac, strangolandola in casa a Spoltore il 22 gennaio 2023.

” Nulla di più falso e assurdo” ,- l’uomo ha poi definito l’accusa secondo cui l’avrebbe uccisa perché quel giorno la donna aveva deciso di trasferirsi da un’amica: “Alina non aveva preso alcun biglietto, non aveva dato alcun appuntamento per farsi accompagnare, era solo un’intenzione generica quella di andarla a trovare e passare un po’ di tempo con lei. Io non avrei avuto nulla di contrario ma anche se avesse deciso di lasciarmi, di trasferirsi dalla Bosco o altrove io avrei rispettato la sua scelta. Ci sarei rimasto male, forse avrei anche sofferto ma ci saremmo lasciati con civiltà e rispetto”. “Non ho strangolato Alina – ha concluso – , ho sentito medici e pubblico ministero descrivere la dinamica di questo presunto strangolamento. Loro mi ritengono capaci di una mossa di tipo militare o da esperto di arti marziali. Io in vita non ho mai sfiorato nessuno e tantomeno una donna, è questa la verità che affermo davanti a voi che mi giudicate oggi e a Dio che mi giudicherà altrove”. L’udienza si è incentrata sull’esame dei consulenti
dell’accusa, il professor Aniello Maiese, e della difesa, professor Antonio Perna, sulle cause della morte della Cozaz. Per Maiese, uno dei tre consulenti della Procura, in sostanza, a causare il decesso è stata la compressione del collo, che si è protratta, probabilmente con l’avambraccio, mentre gli accertamenti istologici hanno escluso qualsiasi tipo di patologia. “La stella polare di questo caso – ,ha detto Maiese – è rappresentata dalle infiltrazioni ematiche al collo”. Secondo Perna la causa è stata la sufficienza cardiaca acuta congestizia dovuta al fatto che la donna fumava molto. Secondo il quale, inoltre, nessun elemento indica con certezza che si tratti di
asfissia meccanica.