E’ arrivata al porto di Ortona la nave Humanity 1. Tra i 197 salvati due donne in gravidanza e 40 bambini. Probabilmente resteranno in Abruzzo solo i 40 minori di cui 3 bimbi davvero piccoli: sulla banchina nord anche i sindaci di Ortona e Chieti
Nubi nere e forte vento per la Humanity 1: a bordo migranti da Burkina Faso, Camerun, Gambia, Guinea, Costa d’Avorio, Liberia, Mali, Nigeria, Senegal, Sudan sud.
Come ha spiegato la ong a Ortona a sbarcare 154 adulti, 40 minorenni non accompagnati e 3 minorenni accompagnati. Tutto era pronto da questa mattina per l’accoglienza da parte di protezione civile, forze dell’ordine e il personale del centro operativo comunale, tutti coordinati dalla prefettura di Chieti.
Dopo una prima visita medica i 197 migranti sono stati accompagnati per il controllo delle identità dei documenti se in loro possesso. Probabilmente restano in Abruzzo i 40 minori laddove, invece, tutti gli altri verranno dislocati in Marche, Molise e Lazio. Quello di oggi ad Ortona è il quarto sbarco nel giro di poco tempo.
La Ong ha chiesto invano un porto più vicino. In un primo momento la nave ha salvato 36 migranti a cui è seguita l’assegnazione del porto di Ortona. Successivamente però sono stati effettuati altri 4 soccorsi in acque internazionali in cui sono state salvate 163 persone. Tutti i salvataggi sono stati effettuati con il coordinamento della Mcrr. A bordo della nave, come spiega in una nota la ong, 197 persone perché due migranti, per via delle gravi condizioni di salute, sono stati fatti evacuare. Dei 197 migranti 25 sono donne, di cui due gravide, e 40 sono minori di cui due sotto i due anni.
«Prima di essere soccorsi i migranti hanno trascorso fino a cinque giorni in mare, per la maggior parte del tempo senza acqua e cibo – spiegava nei giorni scorsi ancora la Ong – Una volta portati a bordo della nave sono stati travati gravemente disidratati. I sopravvissuti sono ancora deboli e soffrono il mal di mare. Invano il capitano ha chiesto l’assegnazione di un porto più vicino. Assegnando un porto così distante il governo italiano mette in pericolo inutilmente la salute delle persone vulnerabili. Durante il lungo viaggio verso nord la nave inoltre non può prestare altri soccorsi tenendoci lontani per giorni dall’area di soccorso, nonostante ci sia urgente bisogno di noi lì, come si può vedere dall’elevato numero di casi di soccorso. La ong ha intrapreso un ‘azione legale contro la prassi italiana di assegnazione di porti lontani insieme a Sea-Eye e Mission Lifeline».
Ortona dal canto suo è pronta da giorni all’accoglienza coordinata, come sempre, dalla Prefettura.