La Corte Costituzionale ha “censurato la legge 14/2021 con cui la regione Abruzzo aveva ridotto l’estensione del Parco regionale Sirente-Velino per diverse migliaia di ettari”. La norma era stata fortemente contestata dalle associazioni ambientaliste che avevano chiesto al Governo di portarla al giudizio della Corte
Secondo i giudici la norma contestata viola la Legge quadro statale sulle aree protette non avendo reso adeguatamente partecipi gli enti locali nella definizione del nuovo perimetro. “Non risulta – scrivono i giudici delle leggi – che siano state effettuate le prescritte ‘conferenze per la redazione di un documento di indirizzo relativo all’analisi territoriale dell’area da destinare a protezione’, né che tale documento d’indirizzo sia stato predisposto, né ancora che siano state operate l”’analisi territoriale’, l’ ‘individuazione degli obiettivi da perseguire’ e la ‘valutazione degli effetti dell’istituzione dell’area protetta sul territorio’, sulla cui base espressamente ‘si realizza’ la partecipazione, secondo quello che la legge quadro statale sulle aree protette qualifica espressamente come principio fondamentale per la disciplina delle aree naturali protette regionali”.
Se da un lato la Corte riconosce l’esistenza di delibere dei Consigli comunali e dei verbali delle riunioni della Comunità del parco, dall’altro rileva che non “risulta in alcun modo che siano state rispettate le specifiche condizioni procedimentali… a garanzia della prescritta “qualificata” partecipazione delle autonomie alla scelta di riperimetrazione dell’area. Si tratta di condizioni dirette, all’evidenza, a far sì che la partecipazione degli enti locali interessati all’istruttoria sia effettivamente idonea a incidere sulla scelta da assumere all’esito del procedimento di istituzione del parco (e di sua modifica). Ciò che a sua volta presuppone che la stessa istruttoria si fondi su una corretta rappresentazione fattuale delle aree su cui si interviene, operata tramite un’adeguata analisi territoriale, e che le finalità perseguite corrispondano a obiettivi preventivamente individuati e tengano conto degli effetti previsti”.
I Giudici concludono quindi affermando che “tutto questo è mancato nel procedimento di formazione della decisione regionale di riperimetrazione provvisoria del parco naturale regionale Sirente Velino”.
La Stazione Ornitologica Abruzzese plaude alla decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato sonoramente la legge regionale con cui l’anno scorso aveva tagliato pesantemente il Parco Regionale Sirente-Velino.
Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese: “Siamo felici per aver contribuito a ristabilire l’ordine delle priorità: la tutela della biodiversità viene prima di piccoli interessi locali, a partire da quelli dei cacciatori. L’esistenza di un patrimonio di interesse europeo e la necessità di gestirlo in maniera adeguata dovrebbe essere considerata un onore da parte della Regione e non un peso. Ovviamente bisogna investire nella tutela in termini di risorse intellettuali e materiali invece che cercare scorciatoie come quella di un taglio all’area protetta“.
Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese: “Abbiamo lanciato il primo allarme circa le conseguenze sulla biodiversità del taglio che si stava prospettando producendo una cartina inequivocabile sulle aree che la regione voleva escludere. Poi avevamo avvisato più volte la Regione dell’inopportunità di procedere a questo sconsiderato taglio del parco spiegando dettagliatamente le ragioni dal punto di vista naturalistico. Nei territori che la regione ha poi escluso e che oggi tornano protetti nidificano o si alimentano specie rarissime protette a livello comunitario, dal Gufo reale all’Aquila reale, dall’Orso bruno alla Coturnice, dal Falco Pellegrino al Gracchio corallino. Questi territori sono stati riaperti alla caccia e ad altre attività impattanti che invece sono vietate dentro un’area protetta. Fortunatamente migliaia di ettari di natura sono di nuovo tutelati. Oggi è una buona giornata per la Natura abruzzese“.
Le Associazioni ambientaliste (WWF Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Salviamo l’Orso, Orso and Friends, Altura Abruzzo, Appennino ecosistema, Touring Club Italiano, Dalla parte dell’Orso, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino e altre) avevano creato una grande mobilitazione contro l’incomprensibile e scellerata decisione della Giunta regionale, lanciando una petizione on line ha raggiunto più di 125.000 firme, raccogliendo l’appello di cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore all’ambiente, pubblicando articoli sulla stampa, anche su testate importanti a livello nazionale e portando la discussione e la richiesta di scongiurare la riduzione del Parco su un piano di attenzione più ampio di quello locale.
“Ora la sentenza della Corte Costituzionale dà una sonora batosta all’amministrazione regionale che pensa di ridurre i confini di un’area protetta, mentre gli obiettivi comunitari chiedono esattamente il contrario. È indubbiamente una grande sconfitta far passare la decisione dei confini dell’unica area protetta regionale attraverso una diatriba giuridica, meglio avrebbe fatto la Giunta regionale ad accogliere l’invito che le Associazioni ambientaliste non hai mai cessato di lanciare, quello della ricerca di un dialogo e di un confronto con la creazione di un tavolo di ascolto e di nuova programmazione del territorio, basato però sulla tutela del grande patrimonio naturalistico che il territorio del Parco regionale Sirente Velino custodisce. Ora si lavori insieme per il bene dell’area protetta, il Parco ha bisogno di altro: di essere dotato di strumenti per esercitare la propria funzione, dell’approvazione del Piano di gestione, della possibilità di indennizzare velocemente i danni da fauna all’agricoltura e agli allevamenti, di un piano di rilancio che punti alla promozione turistica… “: così una nota del WWF.
“Era più che prevedibile la bocciatura da parte della Corte costituzionale della riperimetrazione, ovvero della riduzione, del Parco Sirente – Velino che era stata disposta dalla Regione Abruzzo”: lo dichiara Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese. Fina sottolinea: “Tutto questo mostra che la decisione era figlia di un’improvvisazione incompetente. Certamente i Sindaci hanno raccolto un comprensibile disagio di fronte ad inefficienze nella valorizzazione e nel sostegno al parco regionale; vincoli certi ed opportunità incerte o assenti. Ma la risposta non era e non è la riperimetrazione. Per questo ci siamo battuti contro quella scelta. Ora sia un nuovo inizio, a cui intendiamo partecipare: chi oggi gestisce e guida il Parco lamenta la disparità di strumenti e risorse tra aree protette regionali e nazionali. Vero ma allora perché si è archiviata sbrigativamente la discussione sulla possibilità di trasformare il Sirente – Velino nel quarto parco nazionale abruzzese (o quinto se si considera anche l’istituendo parco della Costa Teatina)? Bisognerebbe risolvere i problemi e superare le frustrazioni trovando una soluzione guardando più avanti e non tornando indietro. Chiederemo a tutti gli attori in campo di confrontarsi senza spirito di appartenenza”.