Salvato grazie ad un intervento congiunto tra la Terapia intensiva neonatale (Tin) della Asl di Pescara e l’equipe dell’Ecmo del ‘Bambino Gesù’ di Roma: è in prognosi riservata, ma ha scampato la morte, un piccolo di appena 24 ore di vita
Preziosa la collaborazione tra medici, infermieri e tecnici dei due ospedali, tutti insieme per pianificare il percorso di preparazione del piccolo.
Trasportato nella capitale con la Ecmo-Ambulanza, è ora stabile, seppure in prognosi riservata. Il bambino è nato a Pescara da parto spontaneo ma fin da subito ha iniziato a presentare una grave e progressiva insufficienza respiratoria. Subito stato ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale, il quadro clinico sottolinea la Asl di Pescara, “è parso da subito molto grave poichè non responsivo alle più avanzate tecniche di assistenza ventilatoria. Alla luce della gravità è stata allertata l’equipe dell’Ecmo del “Bambino Gesù”, unico centro pediatrico di riferimento per il centro e Sud Italia, abilitato per il trasporto Ecmo sia su gomma che aereo.
L’equipe si è immediatamente resa disponibile alla presa in carico del piccolo paziente, instaurando un rapporto a distanza con i medici della Tin. Una volta a Roma, è stata allestita una vera e propria sala operatoria in Terapia Intensiva dove sono state effettuate sul bimbo tutte le procedure necessarie per l’avvio dell’Ecmo.
“L’Ecmo, ExtraCorporeal Membrane Oxigenation – spiega il direttore dell’Uoc di Terapia intensiva neonatale di Pescara, Susanna Di Valerio – è una complessa tecnica di circolazione in cui il sangue viene portato fuori dal corpo perché cuore e polmoni non sono in grado di assolvere alle loro funzioni. Attraverso questa tecnica, si sostituiscono le funzioni di ossigenazione del sangue e di rimozione dell’anidride carbonica. L’Ecmo si utilizza quando l’apparato cardiorespiratorio è affetto da gravi problematiche, ma potenzialmente reversibili, che richiedono tempo e terapie per guarire, mantenendo cuore e polmoni a riposo permettendo così il loro recupero funzionale”.