Di “vicinanza, impegno e dignità” ha parlato a Pescara il ministro della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti. Il suo intervento a margine della tavola “Nuove consapevolezze e opportunità per le persone con spettro autistico”, promosso dalla Fondazione Paolo VI presso il Centro Adriatico
“Non solo grande vicinanza, ma anche profonda consapevolezza che l’impegno della politica e delle istituzioni deve essere quella di promuovere sempre più la dignità di tutte le donne e gli uomini, i bambini e le bambine, e di costruire poi quei percorsi reali di pari opportunità che permettano a tutte le bambine e i bambini e a chi soffre di questa malattia e di questo disturbo dell’apprendimento e dello spettro autistico di poter portare un contributo reale alla nostra società”. Così questo pomeriggio a Pescara il ministro della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti.
Il ministro ha, poi, sottolineato l’importanza di servizi adeguati a livello territoriale “con tutte le istituzioni e i livelli coinvolti con un sostegno anche di carattere economico. Ricordo che in particolare nella riforma del Family Act ci sono indicazioni specifiche anche in questa direzione, ma anche promozione di percorsi di inserimento lavorativo che siano adeguati ed efficienti proprio in un sostegno integrato dell’accompagnamento della persona fin dai primi anni di vita all’età adulta. Le famiglie non devono sentirsi sole e le bambine e i bambini autistici devono sapere che possono contare sulla nostra comunità per poter trovare a loro volta una comunità – ha concluso – pronta non solo ad accogliere i loro sogni e desideri, ma accompagnarli ad entrare a far parte pienamente con la ricchezza che noi sappiamo possono portare e
di cui noi riteniamo di dover avere bisogno”.
“L’accoglienza che stiamo costruendo per la popolazione dell’Ucraina e in particolare per le bambine e i bambini è un’accoglienza a tutto tondo integrale ed integrante e noi vogliamo mettere in campo la straordinaria ricchezza della rete di solidarietà de nostro Paese ma anche le strutture socio-sanitarie ed educative che devono essere a loro disposizione. Sono bambine e bambini e famiglie che arrivano in Italia e che devono sentirsi a casa loro. Ma non basta come ho sempre detto una casa per sentirsi a casa, ma servono servizi integrati e laddove ci dovessero situazioni con esigenze particolari, l’Italia sarà pronta a garantire i servizi necessari”.