Pescara: spaccio e occupazioni abusive pare abbiano solo traslocato dal ferro di cavallo

L’abbattimento del ferro di cavallo a Pescara non ha affatto risolto il problema dello spaccio e delle occupazioni abusive nel quartiere Rancitelli: i traffici semplicemente si sono spostati un po’ più in là. Stamattina ancora posti di blocco con un calesse che non si ferma all’alt della polizia e prosegue la sua galoppata

Uno spostamento, insomma, verso il cosiddetto Ferretto e, stando alla nuova segnalazione di Domenico Pettinari, verso il Ferro di cavallo bis. Pettinari, avvalendosi di un video, ha documentato lo spaccio, fino a 70 probabili scambi in 60 minuti, per un volume d’affari ipotizzato anche di 3000 euro l’ora. Attività notturna incessante e di vario genere anche sotto i portici dell’istituto Manthonè.

E stamattina la nostro troupe ha assistito, nell’ambito di un posto di blocco, di un quantomeno insolito momento per una città: un calesse ( vedi foto) che non si arresta all’alt del poliziotto al grido di ” il cavallo non frena!” a cui è seguito un inseguimento prima a piedi dell’agente e poi in macchina. Scene, in realtà, a cui residenti e non sono abbastanza abituati ossia a cavalli e calesse in marcia tra auto e scooter.

“Le attività di spaccio in questo fazzoletto di terra si sono intensificate enormemente a seguito dell’abbattimento del Ferro di Cavallo, esattamente come accaduto in altre zone di Rancitelli e in altre periferie pescaresi – spiega Pettinari. “Quella su cui oggi puntiamo il faro è una situazione ad alto rischio, che fa il paio con quella già denunciata nei giorni scorsi in un altro punto critico di via Lago di Capestrano.

Da un monitoraggio costante, durato più giorni, abbiamo constatato e documentato un via vai di persone sempre dai soliti edifici, che vengono probabilmente a comprare droga. C’è la presenza di una o più “vedette” che controllano costantemente l’accesso alla via. Nelle zone limitrofe abbiamo notato la presenza di siringhe e fazzoletti sporchi di sangue. Oltre all’osservazione costante, abbiamo ascoltato i residenti del posto e raccolto le loro testimonianze. Il quadro che ne è venuto fuori è agghiacciante. Ci sono ragazzine che vengono a comprare droga, ma anche ragazzi giovani, alcuni in tenuta da lavoro e altri in evidente stato di alterazione. Liti, urla e schiamazzi, sia di giorno che di notte. Tutto sotto l’occhio vigile di chi controlla e interviene solo se necessario, probabilmente per non attirare troppo l’attenzione.

“Scene come queste, per la maggior parte dei pescaresi, sono visibili solo nelle serie tv, invece ci sono anfratti della città dove rappresentano una cruda realtà che esaspera le persone oneste che abitano i quartieri popolari. Le istituzioni devono lavorare per “liberare” queste persone perbene dalla morsa di chi continua a usare le case popolari, che sono un bene di tutti, per commettere reati.  L’abbattimento del Ferro di Cavallo, ormai è chiaro anche ai bambini, non ha portato alcuna soluzione. Al contrario ha generato due grandi piazze di spaccio: questa denominata il Ferruccio e quella che abbiamo mostrato nei giorni scorsi, denominata il Ferretto. Nomi dati per diversificare due luoghi diversi in cui però si vive lo stesso inferno. A queste due piazze di spaccio più grandi – spiega ancora Pettinari – si aggiungono altri anfratti delle periferie in cui, seppur in modo ridotto, si creano le stesse situazioni.  Anche tra questi appartamenti, oltre allo spaccio, sembrerebbe essere frequente il fenomeno delle occupazioni abusive. Ma è bene ricordare che, al pari di chi usa una proprietà pubblica e le sue pertinenze per commettere reati, anche gli occupanti abusivi e senza titolo dovrebbero essere immediatamente sfrattati applicando la legge Regionale 96/96.”.

“Un altro punto critico ci è stato segnalato dai cittadini nei pressi del distributore dell’acqua, nell’incrocio tra via Tiburtina e via Lago di Capestrano, sempre in zona Ferro di Cavallo. La Via Tiburtina, in quella zona, è anch’essa piena di spacciatori, tossicodipendenti e prostitute con tratti pieni di siringhe a terra e fazzoletti sporchi.  Alla luce di tutto ciò, è sempre più evidente che i grandi annunci del centrodestra, tanto in Comune quanto in Regione, sono solo un’operazione spot per gettare fumo negli occhi ai cittadini. Un mero tentativo di nascondere sotto al tappeto il grande fallimento sul tema della sicurezza di cui il centrodestra si è abbondantemente riempito la bocca in campagna elettorale. Del resto se un’amministrazione non si accorge del traffico di droga che avviene all’interno del Comune, sotto al proprio naso, come si può pensare che sia in grado di contrastare ciò che avviene nelle periferie? Qui la soluzione può arrivare solo se si uniscono le forze: istituzioni locali, governo nazionale, forze dell’ordine. Il Comune deve attivare immediatamente la procedura per inserire Pescara nell’operazione “Strade sicure”, così da incentivare la presenza dell’esercito in ausilio alle Forze dell’ordine locali. La politica, poi, deve immediatamente applicare la Legge Regionale 96/96. Per renderla operativa il Comune deve attivarsi con la Polizia Locale e gli uffici Ater al fine di attuare un censimento e verificare quali sono gli occupanti abusivi e gli assegnatari per cui la legge di Regione Abruzzo sancisce il decadimento dei diritti per l’assegnazione. Le case, poi, devono essere immediatamente riassegnate ai residenti onesti che hanno i requisiti in regola per poter usufruire di case popolari e che da anni attendono in graduatoria”.