Un avviso di contestazione di “incompatibilità ambientale” è stato notificato dai vertici della Polizia Stradale dell’Aquila a dieci dei diciannove poliziotti in servizio nella sottosezione di Pratola Peligna, indagati nella maxi inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Sulmona
Per gli agenti, che sono tornati in servizio nelle scorse settimane dopo la “riabilitazione” del Tribunale del Riesame dell’Aquila, è stato chiesto il trasferimento per ragioni di incompatibilità ambientale e per la risonanza mediatica che ha avuto la vicenda. I dieci poliziotti dovranno ora presentare, entro venti giorni, le memorie difensive. Una contestazione di carattere disciplinare, diversa dal procedimento vero e proprio che entrerà nel vivo al termine del filone penale, che riguarda solo gli agenti per i quali il Tribunale di Sulmona aveva applicato la misura cautelare
interdittiva della sospensione del servizio, da 8 a 12 mesi, revocata dai giudici del Riesame per la tardività delle esigenze cautelari e, nella maggior parte dei casi, per il venir meno della continuazione del reato. Le accuse a vario titolo sono truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione d’atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. In tre anni d’indagini, dal 2019 al 2022, svolte tramite intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere, i poliziotti avrebbero abbandonato il posto di lavoro per dormire in auto o intrattenersi in alcuni esercizi commerciali mentre erano in servizio. Approfittando della propria posizione tre di loro avrebbero rubato beni di tenue entità patrimoniale in una stazione di servizio. Altri avrebbero inoltre utilizzato auto di servizio per fini privati e, sempre secondo l’accusa, avrebbero omesso di svolgere rilievi in un sinistro stradale e di prestare soccorso ad un veicolo in panne.