Sanità: la carenza dei medici di base da problema ad emergenza

La Fimmg Abruzzo al lavoro con la Regione per trovare una soluzione condivisa al problema della carenza dei medici di base, che nei prossimi anni sarà acuita dai pensionamenti. Per Petrucci, segretario regionale della Federazione, «è necessario sbloccare le borse per le specializzazioni e rendere più appetibile la professione, adeguando gli stipendi alla media europea»

 

E sulle Case di comunità del Pnrr: «Fatti i contenitori, occorre riempirli di contenuti con i medici». In Abruzzo sono circa 58mila i cittadini senza medico di base: più o meno il corrispettivo della popolazione di una città capoluogo. Le ragioni sono tante e svariate e tra queste, senza ombra di dubbio, c’è il problema legato alla carenza dei medici di Medicina generale, causata dall’imbuto dell’accesso degli stessi alla specializzazione e dalla remunerazione poco appetibile della professione rispetto alla media dei colleghi europei. Non è un caso che quella dei medici italiani sia la comunità più numerosa in Europa con ben 10mila professionalità sanitarie in fuga dal nostro paese.

Il problema della carenza dei medici in questi giorni è tornato all’attenzione delle cronache, sollevato dalla Fimmg Abruzzo, la Federazione italiana dei medici di Medicina generale, che chiede alla Regione di attivarsi per garantire la copertura delle carenze, alla luce dei tanti pensionamenti previsti nei prossimi anni.

Con il Milleproroghe la possibilità di andare in pensione a 72 anni posticipa il problema di qualche anno, ingigantito invece nel periodo del Covid dai tanti prepensionamenti, anticipati a 68 anni. Per il segretario Petrucci però è necessario reperire nuove risorse tra i giovani medici, aumentando le borse di specializzazione e l’appetibilità della professione, adeguando gli stipendi dei medici italiani a quelli degli omologhi del vecchio continente.

La Federazione dei medici di Medicina generale intanto è al lavoro per arrivare entro l’estate al rinnovo dell’accordo integrativo regionale, fermo al 2006. La Regione dal canto suo si è detta disposta a trovare una soluzione condivisa. «Per ora siamo ancora in una fase interlocutoria», dichiara il segretario Petrucci, «prima di sederci al tavolo delle trattative, per capire quante risorse occorrono e dove reperirle, anche per riempire di contenuto i contenitori delle Case di comunità previste dal Pnrr, che rafforzando la medicina territoriale con l’obiettivo di alleggerire la pressione ospedaliera, proporrebbe tra le soluzioni la possibilità di istituire gruppi di medici professionisti per un lavoro di squadra migliorativo per la professione e per la prestazione all’utente».