Tragedia Gran Sasso: l’ultimo saluto a Gianluca e Raffaello

Questa mattina a Spoltore, nella chiesa di San Camillo de Lellis, amici e familiari per l’ultimo saluto a Raffaello Toro, la guida alpina precipitata ieri dal Corno Piccolo sul Gran Sasso. Oggi pomeriggio a Pescara, nella chiesa di Sant’Antonio il dolore per Gianluca Camplone

Ci sono quelle estati che si sono fatte attendere così tanto che, quando arrivano, vuoi recuperare il tempo perduto dando respiro a tutte le tue passioni. Che sia mare, montagna, motocicletta o sci non fa differenza:  improvvisamente ti accorgi che il tempo, quel tempo, è arrivato. Forse tra inverno ed estate e inverno cambi la dotazione tecnica, ma non la testa, quella che ti fa affrontare la quota sempre con esperienza e giudizio. Ecco, Gianluca Camplone e Raffaello Toro li immaginiamo così, nati per l’avventura sportiva dettata dalla passione, che dalla competizione. Passione consapevole, però; sulla preparazione dei due amici nessuno nutre dubbi: a portarseli via non è stata una disattenzione, ma una tragica fatalità, quelle “cose che capitano” e che invece non dovrebbero mai accadere. È il pensiero di tutti, amici e famigliari, entrati oggi pomeriggio nella chiesa S. Antonio, a Pescara, dove si sono svolti i funerali di Gianluca Camplone. Ed era lo stesso pensiero che aleggiava stamane nella chiesa di San Camillo de Lellis, a Villa Raspa di Spoltore, dove si sono celebrate le esequie di Raffaello Toro, la guida alpina che con l’amico Gianluca Camplone è precipitato dal Corno Piccolo del Gran Sasso.

Raffaello Toro, guida alpina, aveva 47 anni, era originario di Caramanico, e viveva con la moglie Ersilia e la figlia di 12 anni a Villa Santa Maria di Spoltore. Raffaello la montagna la amava davvero, per questo dalla folla dei tanti amici, familiari e conoscenti stamane in chiesta si è staccato un piccolo gruppo per deporre i suoi sci sulla bara, insieme ai fiori.  Anche nella chiesa di s. antonio sono in tanti, oggi pomeriggio, per l’ultimo saluto a Gianluca Camplone. 51 anni, grande appassionato di montagna, responsabile dello sci alpinismo dello Sci club Aterno. Sul sagrato della chiesa in tanti si sono stretti attorno alla madre, ai fratelli e sorelle, alla moglie e alla figlia di Camplone. C’erano gli amici di una vita e quelli dell’enduro, i colleghi di lavoro, il collegio guide alpine d’Abruzzo. Perché lui gli sport li amava un po’ tutti: non solo arrampicata, ma anche sci, bicicletta, windsurf.

“Gianluca è in cielo con Gesù, non siate tristi, è una gioia sapere che ha incontrato il padre celeste”: sono le toccanti parole della sorella di Gianluca Camplone: “Qualcuno dice che era troppo giovane, ma non c’è un’età giusta per morire, e lui è morto facendo quello che gli dava felicità. Il Signore gli ha dato tanti doni, questo è il più grande: morire proprio così, in montagna, per rinascere con Cristo risorto. Noi soffriremo e ci mancherà, ma lui è in cielo”.

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