La Corte d’Assise di Lanciano ha condannato il 71enne Domenico Giannichi a 22 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario della moglie Luisa Ciarelli, 65 anni. Il delitto avvenne a Torino di Sangro il 29 novembre 2019.
L’uomo è stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Aggravanti e attenuanti si sono equivalse. Accolta la richiesta di pena del procuratore di Vasto Giampiero Di Florio.
La Corte, presieduta da Massimo Canosa, giudice a latere Maria Rosaria Boncompagni, più i sei giudici popolari, ha inoltre riconosciuto a Giannichi il vizio parziale di mente, come accertato dal perito della stessa Corte, lo psichiatra e criminologo Raffaele De Leonardis. La perizia dice che è affetto da depressione maggiore con manifestazioni psicotiche congrue e incongrue all’umore, in associazione col disturbo di adattamento e marcati elementi ipocondriaci, ossessivi e compulsivi di entità e natura tale da scemare grandemente la propria capacità di intendere e di volere. Inoltre, non è persona attualmente socialmente pericolosa. L’imputato, oggi assente in aula, è attualmente agli arresti domiciliari in una casa di cura, preso in carico dal centro di salute mentale di Lanciano. Il difensore, Alberto Paone, ha chiesto la derubricazione in omicidio preterintenzionale e l’assoluzione per totale incapacità di intendere e volere. Il giorno dell’omicidio i coniugi ebbero un litigio mentre erano in auto non lontano dal paese. Sceso dal veicolo, Giannichi colpì con un ramo la moglie in fuga, prima in testa poi sul volto, poi con una violenta pressione al collo finì per
strozzarla. Contro la sentenza la difesa ha preannunciato ricorso in Appello.