A Torre de’ Passeri, in provincia di Pescara, è nata una nuova piazza dal nome evocativo: Largo Sciopero alla Rovescia
La scopertura della targa e il convegno connesso sono stati promossi dall’amministrazione comunale in collaborazione con Anpi Val Pescara.
Il Comune di Torre de’ Passeri ha inaugurato Largo Sciopero alla Rovescia per non dimenticare la rivolta operaia che sconvolse il paese il 15 marzo 1950.
La data scelta dall’amministrazione comunale è proprio quella del 15 marzo, anche il luogo è lo stesso degli scontri di 75 anni fa. Largo Sciopero alla Rovescia congiunge via Mazzini con via della Repubblica, intersezione con via Orientale.
Nel pomeriggio, nella Sala Consiliare municipale, si è tenuto il convegno ‘Pane e lavoro – Lo Sciopero alla Rovescia di Torre de’ Passeri, 15 marzo 1950′ a cui hanno preso parte anche i familiari dei protagonisti di quel giorno di 75 anni fa e i rappresentanti istituzionali.
LA STORIA
Il 15 marzo 1950 cambiò la storia di Torre de’ Passeri. Era il tempo delle lotte operaie, gli uomini e delle donne si battevano contro la fame e la disoccupazione in tutta la regione.
A Torre dei Passeri (scritto ‘dei’ come i giornali dell’epoca) si svolse uno ‘Sciopero alla Rovescia’ per ottenere lavoro e dare occupazione alla larga massa di disoccupati. Uomini e donne scelsero di lavorare anche ripulendo le strade, come forma di protesta per chiedere pane e lavoro.
Il 15 marzo 1950 era un mercoledì: circa 600 dimostranti percorrevano il corso di Torre: in testa e in coda donne e bambini, al centro i lavoratori che tornavano dai campi intonando cori e slogan. Contrariamente ai giorni precedenti, questa volta i dimostranti trovarono reparti Celere e Carabinieri a sbarrare la strada. L’ordine fu di sciogliere il corteo che non era stato autorizzato dagli organi costituiti. Al rifiuto dei lavoratori, i reparti delle forze dell’ordine si insinuarono tra i familiari e i dimostranti in testa e in coda: fu la scintilla che scatenò la reazione popolare e diventò furia contro i poliziotti. Incidenti e feriti, lacrimogeni, colpi proibiti, guerriglia urbana, insomma.
La massa dei disoccupati e dei braccianti di Torre aveva manifestato alla rovescia, ossia eseguendo dei lavori necessari senza essere direttamente chiamati dai padroni dei terreni.
L’iniziativa di contadini, operai e lavoratori si risolse con scontri durissimi tra i manifestanti e le forze dell’ordine e con feriti in entrambe le parti. Seguirono numerosi arresti e un processo che produsse fino a sei anni di prigione per ciascun torrese arrestato.
Ventiquattro lavoratori di Torre, (sempre secondo le stime riportate dalle cronache del tempo) accusati a vario titolo di violenze alla forza pubblica, vennero processati nei tribunali di Chieti e L’Aquila. Fuori dalle aule e nelle case regnava l’attesa dei familiari che rimasero soli ad affrontare l’onta. Venne costituito un Comitato di Solidarietà per assistere le famiglie degli arrestati colpiti dai durissimi provvedimenti giudiziari.
I fatti di Torre ebbero una forte eco, finirono in Parlamento e sui tavoli della politica nazionale, se ne occupò anche la signora della Costituente, Filomena Delli Castelli. A 75 anni da quell’evento è stata proposta una ricostruzione di quanto accadde con testimonianze dell’epoca, stampa, documenti esclusivi, relazioni e sentenze.
Nel secondo dopoguerra l’Abruzzo devastato e impoverito dagli eventi bellici fu percorso da lotte sociali di grande rilevo storico: dal Fucino al Vomano, da Pescara al Chietino: la lunga strada della ricostruzione materiale e sociale interessò decine di migliaia di cittadini. Al culmine di queste rivendicazioni si collocano le vicende di Torre dei Passeri, coeve e non meno importanti di quelle portate avanti contro i Torlonia ad Avezzano o a Loreto Aprutino contro gli agrari guidati da Giacomo Acerbo.
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