La festa degli innamorati in qualche modo è la “ragione sociale” di un luogo particolare: il Museo della lettera d’amore, a Torrevecchia Teatina
Anche qui, il 14 febbraio, la Festa di San Valentino viene celebrata a dovere.
La festa degli innamorati prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni, morto proprio il 14 febbraio del 269, e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I, che la sostituì alla precedente festa pagana dei lupercalia, celebrata in onore del dio Fauno, protettore del bestiame ovino e caprino, che prevedeva festeggiamenti sfrenati, apertamente in contrasto con la morale cristiana.
Sono tante le leggende che riguardano il santo e tutte fanno riferimento ad aiuti e protezioni del vescovo di Terni a beneficio di coppie, tanto da farne il protettore degli innamorati.
Lo scambio di “valentine”, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati, tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico, risale invece al XIX secolo e nel tempo ha alimentato la produzione industriale e la commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza.
In Abruzzo, a Torrevecchia Teatina, c’è un luogo che celebra l’amore non solo il 14 febbraio: è il Museo della lettera d’amore, inaugurato il 9 agosto del 2012 all’interno del Palazzo settecentesco del Marchese Valignani che oggi, insieme all’associazione Abruzziamoci, ha organizzato una giornata ricca di eventi a tema tra conferenze, letture, incontri con poeti, artisti e musicisti. Tra i visitatori del museo anche tanti studenti.
A parlarne al Tg8 è stato Massimo Pamio, direttore del Museo lettera d’amore.