Complessa operazione antidroga della Squadra Mobile di Pescara, durata oltre nove mesi, andata avanti anche nel territorio di Ascoli Piceno, si è conclusa con 3 arresti per un totale di 26 capi d’imputazione contestati.
La polizia ha individuato un “pericoloso gruppo criminale” considerato dalle forze dell’ordine integrato da tempo nel tessuto provinciale e responsabile del traffico di cocaina e marijuana tra Abruzzo e Marche. Nelle prime ore di oggi il personale degli uffici delle Squadre Mobili delle Questure di Pescara e Ascoli Piceno, all’esito di una complessa attività investigativa delegata inizialmente dalla Procura della Repubblica di Pescara e poi dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare arrestando 3 stranieri, residenti tra la vallata del Tronto e la costa ascolana, accusati di “plurime condotte di detenzione e spaccio di droghe”. Il giudice per le indagini preliminari di Ascoli Piceno ha contestato agli indagati ben 26 capi d’imputazione e ha disposto i domiciliari. Altri due, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono ricercati.
L’attività investigativa è durata oltre nove mesi e ha coinvolto oltre 20 operatori della polizia di Stato, appartenenti alle Questure di Pescara e Ascoli Piceno, coadiuvati dalla Squadra Cinofili antidroga di Pescara. Tuto è partito dall’arresto di una donna, alla fine del 2019, ritenuta dedita all’attività di spaccio nel Pescarese. Attraverso l’elaborazione degli elementi investigativi raccolti, si è riusciti a risalire ad un gruppo di stranieri attivi al confine tra Abruzzo e Marche, da tempo radicati nella provincia di Ascoli, gravemente indiziati di essere dediti all’approvvigionamento di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana destinate sia al mercato locale che al rifornimento di clan criminali, stanziati nelle province di Teramo e Pescara. Secondo le forze dell’ordine gli stupefacenti erano custoditi in due fabbricati situati in aree boschive in provincia di Ascoli Piceno, apparentemente disabitati, e in zone isolate, uno dei quali sorvegliato da un cane Pitbull. Da qui i materiali, il cui quantitativo non era mai inferiore a 50 grammi per volta, venivano portati ai destinatari a bordo di vari mezzi e in particolare di una vettura appositamente modificata, su cui era stato realizzato un apposito vano dedicato all’occultamento della sostanza stupefacente e/o al denaro ricavato dalle cessioni.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati sottoposti a sequestro più di 12 kg di marijuana e 3,5 kg di cocaina, procedendo all’arresto in flagranza di reato di 9 persone, indiziati di operare in autonome piazze di spaccio localizzate in varie zoni dell’Abruzzo e delle Marche, in particolare a Pescara, nel quartiere Rancitelli, e ad Ascoli Piceno. Identificata anche la maggior parte degli acquirenti. L’ingente e costante smercio di stupefacenti, fa sapere la Squadra mobile, veniva effettuato in regime di restrizioni dovute al Covid, anche nel periodo in cui era stato vietato il transito tra diverse regioni.
Al termine delle indagini, la Procura ascolana ha trasmesso al Giudice per le Indagini Preliminari richiesta di misura cautelare per gli indagati: la richiesta è stata accolta, confermando la solidità degli elementi di prova raccolti dagli uffici investigativi, con l’emissione del provvedimento restrittivo a carico di 5 persone, 2 delle quali destinatari di un’ordinanza di custodia in carcere e attualmente ricercate e tre finiti agli arresti domiciliari.