“Il freno della macchina è stato tolto per errore da mio figlio rimasto in macchina”: lo ha detto al pm la donna, indagata per la morte del piccolo Tommaso e per il ferimento di altri cinque bambini che erano nel giardino dell’asilo “Primo Maggio” a L’Aquila sul quale è piombata la Passat. Oggi i funerali del bimbo morto.
E’ scossa e provata la 38enne, indagata per omicidio stradale e lesioni, dopo il tragico incidente all’asilo “Primo Maggio” di Pile che ha spezzato la vita di Tommaso, il bimbo di 4 anni. Alla presenza del suo legale Francesco Valentini è stata interrogata dal sostituto procuratore Stefano Gallo, titolare del fascicolo. Oggi pomeriggio i funerali nella basilica di Collemaggio.
La donna ha raccontato la sua versione dei fatti e ha spiegato di essere scesa dall’auto per riprendere le gemelle a scuola e di aver lasciato in macchina l’altro figlio di 12 anni. Ricorda di aver spento il motore, di aver inserito la marcia ma di aver dimenticato di mettere il freno a mano che, nella sua macchina la Passat, è automatico.
Ha ribadito, tra le lacrime, di aver visto l’auto scendere per la discesa con il figlio dentro che nel frattempo, battendo la testa, era riuscito a mettersi in salvo uscendo dall’abitacolo e urlando : <mamma!>.
Ha detto più volte di aver tentato di fermare la corsa folle della macchina con le mani ma di non esserci riuscita. La vettura, infatti, ha sfondato la recinzione dell’asilo e ha investito i bambini che in quel momento erano in giardino a giocare. L’ipotesi della difesa e’ quella dell’errore umano. La donna parla di un momento di profonda sofferenza anche per lei e la sua famiglia.
Piangendo ha aggiunto che il figlio le ha detto di aver inavvertitamente tolto la marcia. Per poter disinserire il freno a mano elettrico, che è un pulsante, il veicolo deve avere il motore acceso. Invece era spento. Quindi non è stato sfrenato con un gesto volontario, quello di premere il pulsante, anche perché il bimbo avrebbe dovuto poi inserire la marcia.
Ieri è stata eseguita anche l’autopsia su Tommaso, – meno invasiva possibile hanno detto i legali della famiglia D’Agostino- dalla quale emerge che la morte del piccolo è compatibile con i traumi riportati.
La Polizia stradale si sta occupando dei rilievi anche in questi giorni e la perizia tecnica del consulente Cristiano Ruggeri dovranno accertare anche se i traumi riportati possono essere stati causati dalla caduta della cancellata, dall’urto con la macchina o da tutti e due i fattori. Il consulente ha fatto altri rilievi sull’area sequestrata.
L’avvocato Valentini, che difende la donna, ha nominato anche un consulente proprio. Ora si attendono i 60 giorni necessari avere l’esito dell’autopsia e 90 per la perizia della Polizia stradale.
Accanto a questa parte più strettamente legata all’incidente in se, c’è tutto l’aspetto legato alla sicurezza della scuola da valutare. La cancellata ad esempio che non è sembrata proprio stabile a delimitare un luogo dove i piccoli giocavano e si dovrà anche accertare se c’erano norme per l’uso del parcheggio che i genitori utilizzavano giornalmente. Nel parcheggio non è presente la segnaletica. Si sta scandagliando anche la struttura e l’area adiacente concentrandosi molto sui parcheggi.