Tragedia Berlino: in 2000 alla fiaccolata per Fabrizia. Oltre duemila persone hanno sfilato in un corteo silenzioso e di mestizia in memoria di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane sulmonese di 31 anni rimasta vittima lunedì scorso dell’attentato terroristico ai mercatini di Natale di Berlino. L’autore ucciso in Italia, a Sesto San Giovanni
Duemila fiaccole che hanno rischiarato a giorno le vie del centro storico fino al monumento ai caduti di tutte le guerre dove il vescovo Angelo Spina ha tenuto una breve riflessione. “Fabrizia è una stella che brilla nel cielo, una cometa che lascia una scia luminosa e dice a tutti noi che bisogna costruire ponti di pace, ritrovare la solidarietà e la nostra umanità”. Un messaggio che è entrato dritto nei cuori di tutti i presenti. Intrecciando parole sommesse, prima che il corteo silenzioso prendesse le mosse, alcuni cittadini hanno ricordato Fabrizia, per come la conoscevano: una ragazza semplice ma ricca di valori, di ideali, da sempre impegnata negli studi, nel lavoro ma anche nel campo sociale. Prima di conseguire la laurea in Relazioni internazionali e poi decidere di lavorare nella capitale tedesca, Fabrizia era stata impegnata come volontaria della Croce Rossa. Ma ancor prima degli studi universitari era anche tra le ragazze più vicine alle attività del suo quartiere, la frazione di Arabona e della sua parrocchia. Allegra e cordiale era chiamata “Frizzina”, proprio per il suo carattere frizzante, vivo, capace di un sorriso per tutti. Fin qui i primi ricordi. Poi l’avvio della marcia silenziosa. Mentre il corteo attraversa il corso spuntano ovunque lumini lasciati accanto all’ingresso di abitazioni e negozi. Poi l’arrivo nella piazza Tresca, fino al monumento ai caduti. Ai piedi del monumento i sulmonesi depongono i loro lumini, lasciando un’ultima riflessione silenziosa per Fabrizia. Si torna a casa, in cammino sotto le luminarie spente di un Natale sottotono alle porte.
Il servizio sulla fiaccolata:
IL KILLER UCCISO A SESTO SAN GIOVANNI
E’ il killer di Berlino Anis Amri l’uomo morto la scorsa notte nel Milanese durante un conflitto a fuoco con la polizia. La conferma è arrivata dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Amri, durante un normale controllo in piazza I Maggio a Sesto San Giovanni, intorno alle 3, ha estratto una pistola e sparato agli agenti di una volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo. Secondo quanto riferito dalla polizia, la Volante si sarebbe fermata in piazza Primo Maggio di fronte alla stazione di Sesto per un normale controllo. L’uomo, che era a piedi, alla richiesta di mostrare i documenti avrebbe tirato fuori una pistola dallo zaino e sparato a un poliziotto, colpendolo a una spalla. A quel punto gli agenti avrebbero risposto al fuoco. Dagli accertamenti dalla Digos, Anis Amri è arrivato in Italia dalla Francia, in particolare da Chambery da dove ha raggiunto Torino. Di qui ha preso un treno per Milano dove è arrivato attorno all’una. Dalla Stazione Centrale si è poi spostato a Sesto San Giovanni. “Le autorità tedesche sono state avvertite tempestivamente, sia quelle politiche che le autorità di polizia” ha detto il ministro dell’Interno Minniti nel corso di una conferenza stampa al Viminale. Minniti ha aggiunto che “ci sono indagini in corso, da questo momento c’è una piena collaborazione con la magistratura che si occuperà della vicenda”. In Italia, ha aggiunto, c’è “un livello elevato di controllo del territorio” e ciò “ha consentito nell’imminenza dell’ingresso nel nostro Paese di una persona in fuga in tutta Europa di identificarlo e neutralizzarlo. Vuol dire che c’è un sistema capace di funzionare”.