Gravi traumi ed asfissia con la evidente presenza di terriccio nelle vie respiratorie, proprio come hanno perso la vita le 309 vittime del terremoto dell’Aquila di 12 anni fa: sono queste le prime risultanze dell’autopsia, effettuata ieri sera, sui corpi dei due operai, il 41enne romeno Cristian Susanu e il 61enne macedone Dzevdet Uzeiri, macedone, 61 anni, morti sabato scorso per il crollo di un fabbricato nel centro di San Pio delle Camere.
I due, insieme ad altri tre colleghi salvi per miracolo, stavano lavorando alla ricostruzione post sisma dello stabile: sono sprofondati dal terzo piano dell’immobile imploso su se stesso per il cedimento di solai e muri. Il primo sarebbe morto sul colpo, il secondo dopo aver chiesto disperatamente aiuto ai primi soccorritori che non sono potuti intervenire per il pericolo di nuovi crolli. Tanto che i corpi sono stati recuperati intorno all’una di notte grazie ad in intervento molto complesso di uno speciale squadra dei vigili del fuoco proveniente da Roma. L’esame autoptico è stato effettuato dall’anatomopatologo Giuseppe Calvisi all’ospedale San Salvatore dell’Aquila: i risultati definitivi saranno consegnati entro 60 giorni. Oggi le salme dei due operai saranno riconsegnate alle rispettive famiglie per poi fissare i funerali.
Sulla tragedia sta indagando la Procura della Repubblica dell’Aquila che ha iscritto quattro persone sul registro degli indagati: presidente del Consorzio in ricostruzione, il proprietario della impresa edile che stava conducendo l’intervento, il responsabile della sicurezza e il direttore dei lavori. La tragedia ha destato dolore e commozione nelle comunità aquilana in seno alla quale i due operai erano integrati, conosciuti e stimati.