Truffa bis a Nadia e Bartolo, increduli i loro legali

Si potrà mai continuare a commettere un reato avendo sulle spalle una condanna in primi grado, in attesa di udienza in appello? Stando ai riscontri della Squadra Mobile di Pescara è quanto ha fatto Carmine Di Felice nei confronti dei poveri Nadia e Bartolo ed è per questo che è da ieri rinchiuso nel carcere di San Donato

La sentenza è del marzo 2023, il 41enne di Pescara Carmine Di Felice condannato a 2 anni e sei mesi con una provvisionale di 15 mila euro ciascuno per Nadia Baldacci e Bartolo Beninato, gli anziani coniugi, affetti da problemi psichici, ai quali avrebbe estorto la fiducia per anni, sottraendo loro, ogni mese, quasi tutta la pensione. I legali di Di Felice hanno fatto ricorso in Appello nel luglio del 2023, e si era in attesa dell’udienza a L’Aquila.

Tuttavia in questo frangente, stando a quanto sono riusciti a scoprire gli agenti della Squadra Mobile di Pescara guidati da Gianluca Di Frischia, Di Felice, da uomo libero, come si conviene dopo una sentenza di primo grado, in attesa del secondo, avrebbe continuato, imperterrito, a farsi consegnare gran parte della pensione dai due coniugi, nonostante fossero tutelati da un amministratore di sostegno. Per far capire il livello di soccombenza di Nadia e Bartolo nei confronti del loro aguzzino, quasi certamente il loro amministratore, ma sicuramente i loro legali, erano all’oscuro di tutto:

“Francamente non ci aspettavamo questa evoluzione dei fatti – ci racconta il legale di Nadia Baldacci Giovanni Mangia – eravamo in attesa dell’udienza in Corte d’Appello, mai ci saremmo immaginati che il Di Felice arrivasse a tanto, un plauso agli inquirenti che evidentemente non hanno mai smesso di attenzionare il soggetto”.

“Fino a dieci giorni fa ho parlato con Bartolo – ci confida Sabrina Di Liso legali, all’epoca dei fatti di Bartolo Beninato – mi aveva assicurato che non aveva avuto più alcun contatto con Di Felice, e questo aspetto mi sconvolge non poco perché Nadia e Bartolo sono stati sempre particolarmente diffidenti nei confronti di estranei, ma evidentemente il Di Felice è riuscito a soggiogarli a tal punto da indurli a consegnare la loro misera pensione come se nulla fosse, ma soprattutto, senza far sapere nulla ad alcuno”.

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Luca Pompei: