I 30 indagati, in 7 diverse città tra le quali Teramo, erano riusciti – a vario titolo – a vendere terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare: un grande raggiro impiantato intorno allo Stato Teocratico Antartico di S.Giorgio. L’indagine è partita il 7 aprile del 2021 da una perquisizione in un immobile di Catanzaro
È in corso dalle prime ore del mattino una vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, ed eseguita dagli uomini della Polizia di Stato con l’ausilio della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione e dalle Questure di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani.
I reati contestati sono: associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio.
Ci sono anche un ex generale della Guardia di finanza Mario Farnesi, di 72 anni, e un ex maresciallo dei carabinieri Emanuele Frasca (56) entrambi in pensione, tra le persone finite ai domiciliari nell’ambito
dell’operazione “L’isola che non c’è” che ha svelato la truffa dello Stato Teocratico Antartico di S.Giorgio. Le altre persone ai domiciliari sono Damiano Bonventre (71); Liliya Koshuba (66);Paola Dalle Luche; Giuliano Sartoron (50); Federico Lombardi (65); Enrico Gambini (56); Lorella Cofone (59); Nicola Pistoia (64); Roberto Santi (69); Fabrizio Barberio (50). Per Carmina Talarico (60) disposto l’obbligo di firma alla
polizia giudiziaria. Altre 30 persone risultano indagate senza provvedimento.
Nell’ambito di questa operazione un anno addietro venne arrestato a Teramo, dalla Digos di Catanzaro, un medico no vax, Roberto Petrella, divenuto famoso assieme ad altri suoi colleghi per avere tentato di creare un albo dei medici di Sangiorgio reclutando medici radiati o sospesi dall’albo. Petrella si dichiarava cittadino dello Stato Teocratico Antartico di San Giorgio.
L’indagine è partita il 7 aprile del 2021 da una perquisizione in un immobile di Catanzaro indicato come la sede diplomatica del presunto “Stato”. A seguito degli approfondimenti investigativi è emersa così l’esistenza di un’associazione a delinquere operante su tutto il territorio nazionale con principali nuclei territoriali a Catanzaro, Alcamo e Teramo, finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di truffe basate sul raggiro basato proprio sull’esistenza dello “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” come soggetto dotato di un’autonoma sovranità e di connessi privilegi “in forza del Trattato Antartico del 1959”.
Secondo l’ipotesi accusatoria, per dare credibilità agli occhi di ignari cittadini, i componenti del gruppo criminale avrebbero utilizzato una serie di artifizi, quali l’apparente creazione di istituzioni varie (Capo di Stato, Governo e relativi Ministri, Corte di Giustizia, Tribunale Supremo, Delegazioni territoriali), di una gazzetta ufficiale, di siti internet e, soprattutto, il confezionamento di documenti d’identità anche validi per l’espatrio. In tal modo avrebbero indotto in errore oltre 700 persone residenti in tutta Italia circa l’acquisizione della cittadinanza dell’inesistente Stato Antartico, previo pagamento di una somma di denaro variabile tra i 200 e i 1.000 euro, prospettando loro i vantaggi più disparati: dalla possibilità di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, alla possibilità di fruire di una burocrazia più snella per le proprie imprese o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero, alla possibilità di consentire l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri.
Erano riusciti a vendere terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare gli artefici del grande raggiro impiantato intorno allo Stato Teocratico Antartico di S.Giorgio. Attraverso l’adesione allo Stato, i benefici più allettanti però erano quelli connessi alla riduzione dell’imposizione fiscale, con un’aliquota pari solo al 5% da versare al nuovo stato di appartenenza con correlativa esenzione dalla corresponsione delle imposte in Italia. C’era anche la possibilità di preservare i propri beni da possibili azioni esecutive dello Stato italiano atteso che sarebbero divenuti beni “sangiorgesi” o di poter continuare a esercitare la professione medica nonostante l’avvenuta radiazione/sospensione dall’albo e di poter essere esentati dagli obblighi vaccinali.
Gli indagati, poi, avrebbero incamerato dai cittadini “antartici” un’ulteriore somma di denaro pro-capite proponendo l’acquisto dell’isola di Kouneli, in Grecia, per dare una concreta territorialità allo Stato. Il Gip ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria per l’illecita fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio.
Stando alle attuali risultanze investigative, gli indagati hanno formato dei documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), ma totalmente corrispondenti ai format internazionali, e li hanno utilizzati in diverse strutture alberghiere, sul territorio nazionale ed estero, nonché nel corso di controlli di polizia, come avvenuto a Catanzaro e in alcuni aeroporti, anche per gestire traffici illeciti di sostanza stupefacente. In almeno un caso, poi, è emerso l’utilizzo di una patente di guida dello Stato Antartico per superare un controllo stradale di Polizia. I proventi illeciti acquisiti, quantificati in un importo superiore a 400 mila euro, sarebbero stati poi oggetto di successive condotte di riciclaggio attraverso un conto estero situato in territorio maltese, dove avrebbe sede una rappresentanza dello Stato.
Complessivamente gli indagati sono trenta.