C’è anche l’Abruzzo tra le regioni dove agivano tre gruppi, con base in provincia di Napoli e a Barcellona in Spagna, specializzati nelle truffe ai danni delle persone anziane. A scoprirla i carabinieri di Bologna
L’accusa di cui dovranno rispondere è associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni di pensionati, autoriciclaggio e ricettazione. Sequestrati, in via preventiva, 100mila euro probabile provento dei raggiri. Sessantaquattro i ‘colpi’ contestati (17 in Emilia-Romagna, 11 in Lombardia, 9 in Veneto, 6 in Toscana, 5 in Piemonte e in Abruzzo, 3 nelle Marche, 2 in Umbria e Basilicata, una in Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Campania) che avrebbero fruttato, da una prima stima, circa 200mila euro.
Tutto iniziava con la telefonata di un sedicente avvocato e di un finto carabiniere che, alle anziane vittime, chiedevano fino a quattromila euro o gioielli preziosi, per aiutare un figlio o un nipote finito in guai giudiziari per i quali serviva una ‘cauzione’. A fare scattare l’indagine, coordinata dalla Procura di Bologna, è stato un raggiro avvenuto nel gennaio di quest’anno a Marzabotto, sull’Appennino bolognese: dopo avere
ricevuto una telefonata a casa da un uomo che si è finto un legale e poi un’altra da un militare, una 95enne ha consegnato a un altro complice, che si è presentato come assistente dell’avvocato, 3.880 euro. Da qui sono scattati gli accertamenti che hanno portato i carabinieri ad individuare i tre gruppi: i ‘coordinatori’ di ognuno con telefoni e sim dedicati contattavano gli anziani – in una mattinata i carabinieri hanno
conteggiato anche un centinaio di telefonate a utenze fisse trovate sul web – e con altri gli ‘emissari’, sono stati definiti dagli investigatori, che andavano a riscuotere denaro o preziosi.