La Uil Abruzzo ha organizzato un incontro a Montesilvano sulla Intelligenza Artificiale. “Una rivoluzione che non si può ignorare, ma che deve essere monitorata e gestita per non incorrere anche nella perdita di posti di lavoro”
“Bisogna essere preparati perché al momento l’Italia si presenta come una cenerentola nella gestione e fruizione dell’Intelligenza Artificiale, la quale deve essere messa a disposizione dell’uomo per semplificare le mansioni più ripetitive, ma non deve prendere il sopravvento sull’essere umano”, si è spiegato nell’incontro”.
“Non siamo spaventati dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale, né intendiamo avere un approccio difensivo”, afferma la UIL. “Siamo un Sindacato che è laicamente sensibile e aperto alle spinte modernizzatrici ed alle innovazioni. E quella in corso è una grande rivoluzione inarrestabile. Ma è evidente che insieme alle opportunità ed alle potenzialità, ci sono anche innumerevoli rischi che vanno anticipati, mitigati e governati. E serve una gestione oculata di questa transizione”.
INTANTO L’ITALIA SI TROVA INDIETRO. “Il nostro Paese, d’altronde, occupa solo il ventesimo posto nella classifica mondiale degli investimenti nel campo dell’AI. E se ci soffermiamo sulla filiera accademica: solo due università figurano tra le prime 70 al mondo per programmi di studio sull’Intelligenza Artificiale. Sul terreno della ricerca annoveriamo poche startup e pochissimi brevetti. A questo dato si aggiunge sul fronte dell’istruzione il basso numero di giovani laureati (circa il 30% a fronte del 42% della media europea) e con ancora meno specializzati in discipline STEM. All’Italia mancherebbero 3.7 milioni di occupati con competenze digitali di base e 137 mila iscritti in più a corsi di laurea TIC”, ha spiegato la UIL.