“La lessicografia italiana dell’Ottocento. Bilanci e prospettive di studio” è il tema del convegno aperto stamani a Chieti nell’Auditorium del Rettorato in programma fino a domani
Oggi e domani l’Università degli studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara ospita nell’Auditorium del Rettorato e l’Aula Multimediale, nel Campus di Chieti, il convegno sul tema “La lessicografia italiana dell’Ottocento. Bilanci e prospettive di studio”.
Il comitato scientifico e organizzatore è composto dai professori Emiliano Picchiorri e Pierluigi Ortolano, del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali della “d’Annunzio”, e dalla professoressa Maria Silvia Rati, dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
Tra i numerosi relatori provenienti dalle università di tutta Italia, si registra la presenza di Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca, Luca Serianni, professore emerito dell’Università di Roma “La Sapienza”, e Pietro Trifone, Presidente dell’Associazione per la Storia della Lingua Italiana. I lavori saranno aperti dai saluti istituzionali del professor Stefano Trinchese, Prorettore con delega ai rapporti con Istituzioni ed Enti culturali e Direttore della Scuola di Studi umanistici, del Direttore generale della d’Annunzio, Giovanni Cucullo, e del professor Carmine Catenacci, Direttore del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali. Nelle due giornate, gli studiosi coinvolti proporranno interventi su autori e protagonisti del dibattito lessicografico dell’Ottocento, esamineranno le caratteristiche di specifiche tipologie di vocabolari, prenderanno in considerazione le impostazioni teoriche e le soluzioni pratiche, la genesi e i rapporti reciproci di singole opere. Si dedicherà spazio anche a temi trasversali come l’analisi delle tecniche lessicografiche e il rapporto dei vocabolari con il mercato editoriale.
“La storia dei vocabolari italiani – sottolineano i professori Pinchiorri e Ortolano, organizzatori del convegno – è da sempre legata a doppio filo al dibattito e alla riflessione sulla lingua e, più in generale, alle vicende della cultura e della società del nostro Paese. Nell’Ottocento, “secolo d’oro” dei vocabolari, alla funzione tradizionale di rappresentare un modello per la lingua letteraria se ne affiancano altre, maggiormente legate alle esigenze della società, che fanno del dizionario uno strumento di più ampia diffusione presso larghi strati della popolazione: tra queste, la rappresentazione della lingua d’uso, la diffusione della nomenclatura toscana nelle altre aree d’Italia, ma anche la lotta ai forestierismi a difesa dell’identità nazionale e la documentazione di un lessico tecnico e scientifico fino a quel momento pressoché escluso dalla registrazione lessicografica”.