Le restrizioni anti Covid cadono, anche a scuola, basti pensare alle mascherine obbligatorie sino al precedente anno
E con esse anche la Dad, la famigerata didattica a distanza, viene meno salvo casi specifici. Una sorta di prova generale di ritorno alla normalità, si spera. La Dad è stata utile si ma non può essere la normalità, perché esclude gli studenti da quello che è la scuola vera e dunque anche l’università. E proprio sulla Dad c’è stata la polemica di una neo mamma dell’Università dell’Aquila che ha accusato l’Ateneo di non tutelare la sua categoria.
La studentessa fuori sede critica la scelta di sospendere la Dad per tutti senza eccezioni facendo riferimento alla necessità di allattare i piccoli nei primi mesi di vita. Per l’INPS, ha scritto in una lettera aperta, siamo in maternità ma per l’ateneo non esistiamo. Per lei non dare la possibilità alle madri di frequentare a distanza significa calpestare il diritto allo studio. La replica del Rettore, il professor Edoardo Alesse, non si è fatta attendere. Una scelta, così l’ha definita, in linea con quella presa a livello nazionale dalla stragrande maggioranza degli atenei. Il rettore ha ricordato che durante la pandemia hanno sempre ribadito che per loro la didattica in presenza è una forma di didattica irrinunciabile e insostituibile perché più efficace e motivante per gli studenti e le studentesse.
L’Università insomma, questo è lo spirito, deve tornare ad essere il luogo meraviglioso pre-pandemia nel quale si cresce e socializza interagendo gli uni con gli altri. La posizione dell’ateneo è sempre stata molto chiara. In relazione al caso specifico, Alesse ha fatto presente che sono i consigli di area didattica, gli organi accademici e i singoli docenti a valutare e decidere. Inoltre per le mamme l’università prevede anche spazi e servizi come fasciatoio.