“Non c’è alcuna criticità nell’andamento della campagna vaccinale anti Covid 19 in Abruzzo ed è stucchevole la polemica che alcuni esponenti politici di minoranza stanno agitando”. Lo rimarca l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, che fa alcune puntualizzazioni su come stia procedendo la vaccinazione contro il Covid 19 nella nostra regione.
“Ad oggi in Abruzzo è stato somministrato il 78.5 per cento delle dosi consegnate – spiega l’assessore – un dato perfettamente in linea, e spesso anche superiore, con quello di altre regioni italiane con caratteristiche geografiche e di composizione della popolazione molto simili alla nostra, come Liguria e Sardegna. Una percentuale che va letta correttamente, non soffermandosi sul valore assoluto, perché il quadro di riferimento non è omogeneo in tutto il Paese”.
La Verì ribadisce come da settimane il Commissario Arcuri abbia raccomandato, a causa dell’incertezza nella consegna dei vaccini, di mettere da parte una quota pari al 30 per cento delle dosi a disposizione di ciascuna Regione per garantire la somministrazione della seconda dose e, dunque, l’effettiva copertura vaccinale dei soggetti.
“Ed è quello – continua – che abbiamo fatto e stiamo facendo, così da scongiurare quanto già avvenuto in queste settimane in altre regione, che si sono trovate in difficoltà nel garantire la seconda dose ai propri pazienti. In Abruzzo, invece, questo non è accaduto ed è stata completata la vaccinazione degli operatori sanitari e socio sanitari, compresi quelli delle strutture per anziani”.
L’assessore ricorda come l’Abruzzo sia stata la prima Regione ad attivare, fin dal 18 gennaio scorso, la piattaforma telematica per raccogliere le manifestazioni di interesse alla vaccinazione da parte degli over 80, disabili e soggetti fragili.
“La vaccinazione degli ultra 80enni – prosegue – è iniziata in tutte le Asl, secondo le modalità operative e organizzative che ogni azienda sanitaria declinerà in proprio, a seconda delle fasce di popolazione da vaccinare e della quantità e tipologia di vaccini disponibili. Forse qualcuno dimentica che nella nostra regione c’è un’ampia fetta di popolazione che non risiede in aree urbane, ma in piccoli centri montani dove l’organizzazione è ovviamente più complessa. Proprio per questo il Dipartimento Sanità ha invitato le Asl a collaborare con i Sindaci per verificare la possibilità di reperire spazi adeguati dove istituire postazioni vaccinali in luoghi diversi da quelli normalmente utilizzati, come distretti e ambulatori vaccinali. Ed è anche in corso di verifica la possibilità dell’accordo con i medici di medicina generale”.
Nel frattempo ha preso il via anche la vaccinazione, con il siero Astra Zeneca, del personale delle forze di polizia, del personale in servizio nelle carceri e dei detenuti. Per gli operatori scolastici e delle università è stata aperta la piattaforma per le manifestazioni di interesse alla vaccinazione, in quanto la normativa sulla privacy non ha consentito l’accesso diretto agli elenchi del personale.
“E a marzo – aggiunge ancora l’assessore – si partirà con i disabili e i soggetti fragili, con le cui associazioni sono in corso interlocuzioni per definire le modalità. Insomma, siamo convinti che il lavoro portato avanti insieme alle Asl e a tutto il personale coinvolto, stia procedendo con ordine. E’ senza dubbio uno sforzo organizzativo senza precedenti e non possiamo escludere criticità, ma l’impegno è massimo per ridurre qualunque disagio ai nostri concittadini”.
Sul fronte del personale impegnato nella campagna vaccinale, nella prima fase (quella cosiddetta “freeze” e riferita al vaccino Pzifer) è stato impiegato il personale ospedaliero già in servizio, a cui successivamente si è aggiunto quello inviato da Invitalia: 54 unità tra medici e infermieri, 15 per la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 15 per Lanciano-Vasto-Chieti, 12 per Pescara e 12 per Teramo.