Vaccini AstraZeneca agli “over” 60: cosa cambia in Abruzzo?

L’Italia raccomanda l’uso di AstraZeneca solo per chi ha più di 60 anni, sebbene non ci siano elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose per quanti avessero già avuto la prima. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio superiore di sanità Locatelli. Ma cosa cambia per l’Abruzzo? Ne parla l’assessore Nicoletta Verì.

L’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, afferma che la Regione Abruzzo si è adeguata alle linee nazionali. Ora è la volta della vaccinazione per i 79 – 75enni che, dunque, possono ricevere le dosi di AstraZeneca come avverrà tra qualche giorno quando si potranno prenotare direttamente sul sito delle Poste, che sostituirà quello della Regione, i 70 – 75 enni e subito dopo, dunque, gli “over 60”. L’assessore specifica che per le seconde dosi, di AstraZeneca, non ci sono problematiche per chi deve effettuare il richiamo. Dunque tra qualche giorno, e lo comunicherà ufficialmente la Regione Abruzzo, ci si dovrà prenotare sulla piattaforma delle Poste. Per chi ha già fatto la sua manifestazione di interesse sul sito della Regione Abruzzo, però, non c’è alcun problema perché Poste Italiane contatterà e fisserà la prenotazione, rispettando le priorità acquisite. Anche l’assessore Verì, come il presidente Marsilio, vuole rassicurare gli Abruzzesi su AstraZeneca, ribadendo che la Regione vigilerà comunque sulle vaccinazioni. L’obiettivo, dice Verì, resta quello di immunizzare tutti gli Abruzzesi entro settembre.

Il caso AstraZeneca 

Pur riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come “effetti indesiderati molto rari” dell’immunizzante anglo-svedese, l’Ema non aveva infatti ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, demandando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze. Subito dopo l’Ema, si sono riuniti in una videoconferenza straordinaria i ministri della Salute dei 27, che però non sono riusciti ad adottare una linea comune. L’Ue resta così spaccata tra quanti hanno già imposto restrizioni (come i Paesi scandinavi, la Germania, la Francia e l’Olanda, cui si è aggiunto anche il Belgio) e quanti invece non intendono farlo. “Ci mettiamo subito a scrivere la circolare. Bisogna essere chiari e netti”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza sulle nuove direttive per AstraZeneca durante la videoconferenza Governo-Enti locali.

Il provvedimento “contiene una raccomandazione di somministrare AstraZeneca sopra i 60 anni, in linea con quanto deciso da altri paesi Ue”, ha aggiunto. “I benefici superano di gran lunga i rischi“, aveva ripetuto a più riprese nel pomeriggio la direttrice dell’Ema Emer Cooke, parlando di eventi davvero straordinari, con un’incidenza molto bassa, e lanciando un appello agli europei a vaccinarsi con tutti gli immunizzanti disponibili. La presidente del Prac, la commissione per la valutazione del rischio dell’Agenzia europea, Sabine Straus, aveva tuttavia ammesso che i casi analizzati hanno fatto rilevare “un forte legame” tra il vaccino di AstraZeneca e gli eventi collaterali “molto rari”, e per questo motivo è stata stabilita una “probabile causalità”.

Si è arrivati a questa conclusione dopo un’analisi approfondita di 62 casi di trombosi cerebrale e 24 dell’addome riportati nel database sulla sicurezza dei farmaci dell’Ue alla data del 22 marzo, 18 dei quali fatali. “Una spiegazione plausibile” delle cause scatenanti non è stata individuata, ma tra le ipotesi “c’è una risposta immunitaria al vaccino che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina, definita trombocitopenia indotta dall’eparina”.

Ad ogni modo l’Ema ha espresso la volontà di imporre ad AstraZeneca “approfonditi studi per capire di più sugli effetti di rischio” del suo vaccino, ha spiegato il responsabile della task force sull’analisi dei dati Peter Arlett. La compagnia anglo-svedese dovrà fare “studi di laboratorio per cercare di comprendere meglio l’effetto dei vaccini sulla coagulazione, esaminare i dati esistenti di studi clinici ravvicinati per valutare si vi siano ulteriori informazioni sui possibili rischi e condurre anche studi epidemiologici”. Ascoltato tutto questo, l’Italia ha ritenuto di andare oltre l’aggiornamento del bugiardino e gli avvisi raccomandati dall’Ema, aggiungendosi alla schiera di quanti avevano già imposto delle restrizioni (Germania, Spagna e Belgio hanno deciso l’uso sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55). Dall’altra parte della Manica, anche la Mhra, l’autorità britannica del farmaco, ha raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni.

 

Barbara Orsini: