Era originario di Pescara Germano Mancini il carabiniere 50enne morto a Cuba, dove era in vacanza da pochi giorni. Secondo le autorità sanitarie locali si è trattato di un caso di vaiolo delle scimmie mentre il ministero della Salute italiano puntualizza di “esser a lavoro per acquisire elementi utili”
Nella sua città natale lascia la madre anziana di 88 anni. Mancini, la cui famiglia è originaria di Colle Renazzo a Pescara, aveva altri 4 fratelli: uno carabiniere, un altro guardia giurata, un altro ancora poliziotto penitenziario. A quanto risulta Mancini da anni risiedeva in Veneto e al momento non è dato sapere se la salma verrà trasportata nel cimitero pescarese.
Il ministero della Salute italiano – si apprende – “non ha ricevuto conferme scientifiche dalle autorità sanitarie locali ed è al lavoro per acquisire elementi” sul caso del turista italiano morto a Cuba. Germano Mancini, 50 anni, comandante dei carabinieri di Scorzè, nel Veneziano, e originario di Pescara, secondo le autorità locali era affetto da vaiolo delle scimmie ed è morto nelle scorse ore. “Il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto è morto la sera del 21 agosto”, ha dichiarato il ministero della Salute cubano in un comunicato.
L’ambasciata italiana a L’Avana, in raccordo con la Farnesina, si sta occupando di dare massima assistenza ai familiari del connazionale morto a Cuba.
L’ambasciata d’Italia a Cuba è in permanente contatto con le autorità del governo cubano dopo l’annuncio del decesso ieri del comandante dei carabinieri di Scorzé, Germano Mancini, 50 anni, per il quale le autorità sanitarie locali avevano diagnosticato giorni fa il vaiolo delle scimmie. A quanto si è appreso, il fine settimana ha rallentato in una certa misura l’espletamento delle normali attività burocratiche, ed in particolare la consegna alla rappresentanza italiana delle cartelle cliniche contenenti il decorso clinico e l’autopsia che ha attribuito la morte a “sepsi da broncopolmonite a germe non specificato e danno multiplo di organi”. Nello stesso tempo la cancelleria consolare italiana sta
anche portando avanti le pratiche per il rientro della salma di Mancini, appena possibile. Infine l’ambasciata d’Italia sta anche provvedendo a facilitare il rientro in patria prima del previsto dei due cittadini italiani che avevano intrapreso il viaggio a Cuba insieme all’ufficiale dei carabinieri.
Il militare si trovava in vacanza a Cuba per il periodo di Ferragosto. Originario di Pescara, risiedeva a Noale. L’uomo è deceduto domenica 21 agosto. “Confermiamo il decesso, ma non sappiamo ancora nulla
sulle cause – spiega all’AGI Emanuele Spiller, comandante reparto operativo carabinieri di Venezia -. Aspettiamo che l’Ambasciata ci faccia sapere qualcosa in più. Noi sappiamo che era in vacanza con degli amici e poi ha cominciato a stare male”.
Sabato 20 agosto il ministero della Salute dell’Avana aveva comunicato di aver accertato il primo caso ufficiale di contagio di vaiolo delle scimmie. In una nota aveva reso noto che «un turista italiano aveva ricevuto una diagnosi di vaiolo delle scimmie e si trovava in condizioni critiche, in un ospedale della capitale». La nota precisava che l’uomo si trovava «in pericolo di vita». Mancini era a Cuba con alcuni amici: il gruppo aveva preso alloggio in un Bed & Breakfast.
Le autorità cubane avevano parlato di «un paziente maschio, di nazionalità italiana, arrivato a Cuba come turista il 15 agosto». Le informazioni, che non riportavano il nome del paziente, dicevano che durante la sua permanenza sull’isola aveva alloggiato in una casa in affitto e visitato diverse località delle province occidentali del Paese per cui è necessario svolgere un’indagine epidemiologica per rintracciare altri, possibili contagiati.
“Il rapporto dell’autopsia effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale conclude che la morte è stata causata da sepsi dovuta a broncopolmonite con germe indeterminato e danni a più organi”, si legge. Dopo le analisi, il ministero ha escluso altre patologie infettive nel paziente. L’italiano alloggiava in una casa in affitto e aveva visitato diverse località nell’ovest del Paese. Mercoledì ha accusato “sintomi generali” di malessere e, poiché persistevano, giovedì si è recato da un medico. È stato trasportato d’urgenza in ospedale dopo aver subito un arresto cardiaco dal quale si è poi ripreso.
Mancini sognava da tempo di fare un viaggio a Cuba. Era atterrato sull’isola il giorno di Ferragosto assieme a due amici, con l’intenzione di trascorrere una settimana di vacanza. Il destino ha voluto diversamente. «Mi ha scritto che aveva la febbre, poi non ho più ricevuto i suoi messaggi – racconta un’amica – giovedì ho saputo che era in ospedale, dopodiché la situazione si è aggravata ed è andato in terapia intensiva». In poco tempo Mancini è morto.
Cinquantenne, originario di Pescara, padre di un figlio grande, da più di vent’anni abitava a Noale ed era un carabiniere con una lunga esperienza nell’Arma. Negli ultimi tempi, in seguito al trasferimento del suo superiore, aveva assunto il comando della stazione di Scorzè.
Le persone che a Cuba hanno avuto contatti con il carabiniere Germano Mancini si troverebbero in isolamento e per ora non hanno manifestato sintomi della patologia. E’ quanto si apprende dalla nota diffusa dal ministero della Salute pubblica di Cuba.