Carceri: detenuto suicida a Vasto. Sappe, agenti allo stremo
Un detenuto nella Prima sezione del carcere di Vasto si è tolto la vita ieri nella sua cella: ne dà notizia il segretario locale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
“L’ennesimo suicidio dimostra come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 23mila tentati suicidi e impedito che quasi 190mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Purtroppo, a Vasto, il pur tempestivo intervento degli Agenti di servizio non ha potuto impedire il decesso dell’uomo”.
La Segreteria Sappe di Vasto denuncia, in una nota, anche “le condizioni operative della Polizia Penitenziaria caratterizzate dalle gravissime condizioni di carenza organica del personale di Polizia Penitenziaria della Casa Lavoro con annessa sezione Circondariale. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo: il turno notturno, quando va bene, è assicurato da 5 agenti, numero assai esiguo. Mancano progetti affinché gli internati in carcere (per la maggior parte soggetti psichiatrici), socialmente pericolosi che nel contempo vivono un senso di frustrazione e abbandono, siano impegnati a livello lavorativo”.
Il segretario generale Sappe, Donato Capece, che richiama un pronunciamento del Comitato nazionale per la Bioetica in tema di suicidi in carcere e ricorda come il suicidio di un detenuto sia “un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti”, afferma che è “fondamentale eliminare l’ozio nelle celle. L’Amministrazione Penitenziaria non ha affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti, quasi tutti alle dipendenze del Dap in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana”.