Hanno protestato, hanno progettato alternative, hanno raccolto firme e pareri, hanno incontrato ministri, vertici e gente che conta, ma non c’è stato nulla da fare: la velocizzazione della ferrovia Roma Pescara va avanti e forse sta per arrivare a destinazione
Contro quello che, impropriamente, viene chiamato raddoppio all’inizio si erano schierati tutti i territori interessati: i sindaci ritenevano che l’impatto ambientale sarebbe stato troppo gravoso e i cittadini tutt’altro che felici di avere un treno veloce sotto una casa che… non ci sarebbe stata più, visti gli espropri programmati per realizzare il nuovo tracciato ferroviario. Il Comferr, il comitato che contrasta non la velocizzazione in sé, ma l’opera così come è stata concepita, aveva anche presentato uno studio costi-benefici, ma non servì. Il tempo passa e oggi qualche amministrazione comunale sembra essersi allineata e pronta all’accordo con Rfi. A non condividere però sono ancora in tanti, soprattutto i residenti delle aree interessate, le cui case sono a rischio.
“Non ci restava altro che rivolgerci alla magistratura” dice Francesco Papa, che ha curato il ricorso del Comferr al Tar del Lazio, da presentare entro lunedì 5 giugno. Nel frattempo prosegue la raccolta delle adesioni al banchetto Comferr di via XX settembre, a Manoppello. “Tutte le info sono reperibili sui social” ricorda Hermo D’Astolfo, del direttivo Comferr, che aggiunge: “La sottoscrizione richiede pochi euro e serve a finanziare le spese legali per il ricorso, invito tutti ad aderire”.