Vendemmia Abruzzo: per Assoenologi, Ismea e Uiv -60% a causa del caldo

Corrette ancora al ribasso le stime della vendemmia con un calo del 20-24%: in Abruzzo -60%. Assoenologi, Ismea e Uiv: la causa è il caldo di settembre

È stata rivista ulteriormente al ribasso la produzione vitivinicola italiana relativa al 2023. La contrazione, variabile tra il -20% e il -24% rispetto al 2022, si ferma all’interno di una forbice tra i 38 e i 40 milioni di ettolitri.

A settembre era stato preventivato un -12%, ma la revisione delle stime annunciate a settembre dall’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), denota una contrazione maggiore. La flessione è stata stimata al netto di eventuali prodotti a monte del vino (quali mosti, vini nuovi in fermentazione, ecc.) acquistati da altri Paesi Ue.

Il calo produttivo, che coinvolge praticamente tutta l’Italia, è stato determinato in particolare dalla riduzione del raccolto nelle principali regioni produttive del Nord, Veneto (-10%) e Piemonte (-17%), ma vede stime sensibilmente peggiorative anche per le big del vino nelle altre macroaree italiane: Toscana (-30%), Puglia (-30%), Abruzzo (-60%) e Sicilia (-45%). In particolare, si rileva una riduzione media complessiva attorno al -9,5% al Nord, -29,5% al Centro, e -38,2% al Sud. I dati definitivi saranno comunque resi noti il prossimo anno dagli uffici competenti del Masaf.

Secondo l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv, l’ulteriore diminuzione è da imputare, in primis, a un’estate settembrina che si è prolungata per tutto il mese, con sole e temperature massime spesso oltre i 30 gradi. Se il caldo e la mancanza di piogge da una parte hanno sicuramente influito positivamente sulla qualità delle uve, dall’altra hanno determinato un alleggerimento dei frutti, con una conseguente riduzione volumica del raccolto.

Anna Di Giorgio: