Tavolo sospeso e pausa di riflessione per tutti i partecipanti alla delicata vertenza. Il tavolo istituzionale Betafence ha fatto registrare questa mattina uno stop dopo un duro scambio tra i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e quelli della proprietà della multinazionale che detiene il pacchetto di maggioranza della Betafence.
“L’azienda – ha annunciato l’assessore alle Politiche del Lavoro Pietro Quaresimale – verrà convocata separatamente dalla Regione per vedere se esistono margini per trovare un punto di equilibrio in una vertenza già di per sé molto complessa che rischia di complicarsi ulteriormente. Azienda e sindacati devono capire che in una vertenza occupazionale – prosegue l’assessore regionale – nessuno può pretendere di vedere completamente accolte le proprie richieste da qualunque parte esse provengano, ma è invece necessario far emergere il senso di responsabilità a tutela del bene comune, e cioè la salvaguardia di posti di lavoro e degli interessi primari dei lavoratori. È chiaro che per la Regione – prosegue Quaresimale – rimane fermo un punto, quello cioè che la vertenza deve andare avanti alla ricerca della migliore situazione per i lavoratori dello stabilimento Betafence di Tortoreto”.
Il punto di rottura si è registrato sulla natura degli interventi proposti dall’azienda nel periodo 2021-2023, passaggio temporale di transizione, secondo Betafence, destinato a preparare il terreno a un deciso rilancio produttivo che dovrebbe portare al raddoppio dell’attuale fatturato. I rappresentanti della proprietà hanno proposto 6 mesi di contratto di solidarietà per 20 dipendenti a rotazione a partire dal 1° aprile fino al 30 settembre 2021. Successivamente, cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per 24 mesi (ottobre 2021-settembre 2023) per tutti i dipendenti, esclusi quelli impegnati (sono circa 46) nelle linee attive. Infine, i lavoratori interessati e in piena autonomia potranno attivare finestre per un’uscita incentivata da parte dell’azienda. Il programma della proprietà è stato rigettato con decisione dai sindacati che hanno giudicato troppo basso il periodo di operatività del contratto di solidarietà, per il quale avevano chiesto una durata minima di 1 anno. A chiusura della riunione è stata anche sollevata, da parte dei sindacati, la questione di una possibile vendita, ma i rappresentanti dell’azienda hanno smentito con decisione: “La proprietà non è assolutamente interessata a processi di vendita o cessione dello stabilimento di Tortoreto”.